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"Frammenti" Olii di Ranieri Wanderlingh
MESSINA 13-12 Novembre 1982
Galleria d´arte II Mosaico

Ventunenne e autodidatta, dotato peró di profonda sensibilit&à, di fervida fantasia e di spiccante capacità tecniche, Ranieri Wanderlingh si presenta per la prima volta al giudizio del pubblico e della critica con due dozzine di tele che, pur nella loro acerbitàà, lasciano intravedere la presenza di una personalità artistica che si avvia decisamente verso la piena maturità.
Bruciati gli ultimi residui del realismo naturalistico, nel quale si era precedentemente esercitato, Wanderlingh sperimenta con successo nuove forme espressive e nuovi contenuti d´arte nei quali appaiono evidenti echi, suggestioni e reminescenze delle avanguardie artistiche del Novecento la cui lezione il giovane pittore utilizza intelligentemente, operando scelte tematiche e soluzioni formali idonee a oggettivare ed esprimere la sua personale visione del mondo.
Sollecitato dalle spinte emozionali che premono dal di dentro, Wanderlingh mima, esasperandola, la realtà convulsa, frammentata e incoerente nella quale è immerso l´uomo d´oggi, l´aggredisce con il corrosivo dell´ironia e il gesto dissacratore e la traduce in versioni di incubo, in figure grottesche, in ripugnanti immagini surreali e in simboli inquietanti intessendo una complessa e fitta trama pittorica in cui s´addensano immagini stravolte e strutture geometriche, figure umane o elementi anatomici, violentate dal gesto espressionistico, e grovigli segnici, colori stridenti e accostamenti cromatici scanditi in ritmi delicati. Sembra che le figure di Wanderlingh emergano dal magma confuso dellàinconscio dove fermentano pulsioni e istinti, sentimenti ed emozioni, ma in realtà è la coscienza vigile del pittore che guida la mano e sollecita le risorse della sua intelligenza artistica a esprimere compiutamente, attraverso il segno pittorico e il colore, la propria condanna e un netto rifiuto degli idoli del nostro tempo.
L´ironico e il grottesco, assunti cosí a emblemi della condizione decaduta dell´uomo, si colorano di tristezza e grondano malinconia.

Orazio Cusumano
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II Soldo
Messina 20 Novembre 1982

Mi piace concludere questa breve rassegna sulle mostre messinesi, parlando della "scoperta" (per me) costituita da Wanderlingh alla Galleria Mosaico. Non dispiaccia l´accostamento, peraltro casuale, ai due pittori già affermati (di cui si è detto sopra) del giovane (ventunenne) pittore messinese Ranieri Wanderlingh Accostatomi alla mostra con titubanza convinto di non vedere nulla di nuovo, debbo ammettere di essere stato smentito dalle opere esposte. "Frammenti", come è intitolata la mostra, segna possiamo dire il momento di transizione dalla prima fase dell´artista, caratterizzata da un realismo istintivo, alla seconda caratterizzata da un astrattismo con evocazione figurativa.
A mio avviso la cultura del "fumetto", genere ormai collaudato dalla migliore letteratura, costituisce il sostrato della trasfigurazione sulla tela del mondo di Wanderlingh. Sostrato che, comunque, finisce col fondersi con l´alienazione consumistica del mondo contemporaneo. Il risultato non è, peró, contrariamente a quanto si sostiene nella presentazione, dramma e/o grottesco, ma uno sguardo saturo di intelligente e distaccata ironia. La mano dell´autore felice in alcune elaborazioni di piccolo taglio, raffiguranti scorci di figure umane simili a macchine robot, frammenti di ambienti, diventa meno efficace nei grandi formati dai piani piú aggettanti. I toni smorzati dei rosa e dei grigi nei piccoli formati, invece sono i piú riusciti comunque la nota prevalente è forse rappresentata dall´inconscia acquisizione della lezione cubista e dalla sua traduzione in chiave innegabilmente personale.

Luigi F. Natoli
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II Soldo
28 Maggio 1983

Dulcis in fundo, ma non retoricamete, vorrei parlare di Wanderlingh, il quale ci viene proposto in una vera e propria pesonale, che occupa un box della galleria il Mosaico. Vivo ed impegnato nei suoi personaggi tra la fantascienza-fumetto e la realtà, realizzata opere di piccole dimensione e di grande costruzione con la naturalezza di chi vive compiutamente la sua opera attraverso la sua arte in una ricerca consapevole.

Luigi F. Natoli
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Ranieri Wanderlingh - Olii e Disegno
28 Aprile - 8 Maggio - Libreria il Gabbiano

Ranieri Wanderlingh, nonostante la giovane etè, ha già avuto modo di farsi apprezzare dal publico e dalla critica messinese. La sua prima personale a Messina del 1982, alla Galleria "Mosaico", rivelava già un´artista sorprendentemente sicuro nella tecnica pittorica e nel disegno, oltre che dotato di una vivacissima fantasia. Oggi, questa recente produzione ne mostra ancora di piú l´inesauribile estro inventivo.
All´interno di una innegabile e,direi, saldissima coerenza il suo discorso si articola incessantemente in direzione di ricerche sempre nuove, ma sempre autenticamente "sue". L´attenzione a "ció che fanno gli altri" indispensabile in un artista che voglia essere partecipe delle ragioni del suo tempo, nulla toglie alla sua originalità e autenticità; sembra anzi gli dia la carica per esprimere con maggiore sicurezza le immagini del suo mondo e i contenuti del suo discorso. Visitando lo studio di Wanderlingh e prendendo visione dei suoi innumerevoli disegni, schizzi, "appunti", come egli stesso li definisce, si acquista la certezza che tutte le immagini da lui "esposte" sulla carta siano state letteralmente pre-esistenti nella sua mente già perfettamente formate. Egli stesso le vede "venir fuori", le interroga, le decifra:a volte perplesso, a volte divertito.
Che immagini sono? Personaggi della vita reale, deformati in mostriciattoli "buoni"; la figura di un "gatto" geometrizzato al massimo, sempre ricorrente; strani organismi senza corpo che Wanderlingh chiama "plancton" e che si aggirano in mezzo alle figure umane come in un acquario, uccelli, pesci: tutti riconoscibili da piccoli segni che appartengono ad un codice linguistico piú fantastico che realistico, ma che ha ormai delle convenzioni proprie ben precise.
Nei lavori recenti si rivela una maggiore tendenza all´astrazione, ma le figure, se pur meno identificabili, sono sempre presenti, sotto forme piú larvate o rarefatte, o se ne intuisce il movimento, addirittura l´azione, in segni e colori che ne indicano le traiettorie dinamiche.
Il ritmo delle composizioni è sempre serrato, sicuro; la impaginazione, anche negli "appunti", perfettamente organizzata (quasi fosse, come dicevo, pre-organizzata ). Per questo gli ho consigliato di esporre anche un piccolo gruppo di disegni che possano fornire la visione della "genesi" dei dipinti, a parte gli interesse che presentano essi stessi come opere compiute. Quali sono le fonti della formazione di Ranieri Wanderlingh? C´è indubbiamente un interesse iniziale per il "fumetto"; ma questo viene ricreato, nei contenuti, sulla linea di una personale poetica sentimentale; e, nelle forme, alla luce della conoscenza dei vari linguaggi artistici, a partire da quelli delle avanguardie del primo Novecento. Wanderlingh "inventa" quindi un linguaggio che èè suo, ma è anche frutto di esperienze culturali. Quello precedente era, insieme, "neo-cubista" nelle partiture spaziali e cromatiche, ma assumeva accenti surrealistici nella libera invenzione delle figure. Oggi Wanderlingh allenta, e talvolta elimina, le partiture geometrizzanti per una maggiore libertà nelle distribuzioni spaziali. Ma il significato delle sue composizioni non cambia: la stesura è sempre, al tempo stesso libera e controllata, e peraltro coincide con il contenuto effettivo del suo discorso. Le immagini del suo mondo infatti, mentre nascono dalla realtè ( "l´alienazione consumistica del mondo contemporaneo", v. L. F. Natoli, "Il Soldo", 20-11-82), cioè dallo spazio concreto, prestabilito e costrittivo della realtà, se ne liberano al tempo stesso, superando con l´invenzione e con l´ironia. Due strumenti essenziali, che Wanderlingh sa usare e combinare con equilibrio, a livello sia emotivo che razionale.

Teresa Pugliatti
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Il Soldo
26 Maggio 1984
Wanderlingh al "Gabbiano"

Ranieri Wanderlingh ha esposto alla nuova libreria il Gabbiano. Questa è ospitale e polivalente, con tocchi ambientali remake-omaggio a Mackintosh e all´Art Nouveau (il mio placet all´architetto e meno alla denominazione che possiede valanghe di echi). Olii e disegni sono un pullulare di immaginativa seriale e variegata. Sono penultime opere, queste, dove la concinnitas si affaccia ed è forte il rimando al fabuloso. Sovente è un affiorare di elementi oniristici e di ricreazione assorbiti ed inseriti in campi sfaccettati e poliedrici di colore. È il gioco degli inserti e delle campiture non piane, ma in visine dilatate, a grandangolo. Giocando con le associazioni (e azione, questa, gradita dall´autore) si puó immaginare la visione, dei suoi quadri in piú modi. Si puó attraverso una lente fratta e graffiata (e allora cesure e staffilettate sulle creature fantastiche di invenzione) oppure come attraverso una bolla di sapone che tramuta, fa scintillare, mobilita e rende terso il reale. Questa ambivalenza, questo di scoprire foggie e tracciati a poco, a poco, non esplicitarsi con oculatezza ed equilibrio è edizione di Savinio, Kokoschka, Dalìí. La titolazione offre indizi. "Tensioni", "Il varco", "Il segno", "Stralci", "Associazioni" e quindi "Nudo Volante", "Piccolo pensiero". Denotano consapevolezza e decisione espressiva, estro sbrigliato e occhio attento al fare strutturale-fisico dell´opera. Vi è anche tendenza alla gaiezza.

Giovanna Giordano
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Presentazione Catalogo Visiona 2000, Fierarte
Maggio 1984 Messina

È gioia e sagacità creativa, intensa personalità.
"Láimpegno abile di una parola, la ripetizione di essa due, tre, piú volte di seguito, può trarre alla luce insospettate qualità spirituali. Viene messo a nudo il puro suono" (Vasilij Kandinskij). Ricco di suggestioni e personalissima adesione al contemporaneo l´artista giostra con craterico ardore.
Talvolta allega micro-citazioni, particelle delle sue composizioni rendono omaggio a Kandinskij, Klee, Leger e in ultimo Haring; ma sono tesserine di un campo piú vasto dove si destreggia uno stile aitante, florido, potente.
Le composizioni bicrome sono un impazzimento festoso di mille e mille pattern estemporanei. Lamelle segmentate, corvette, rotelle, raggiere, tratteggi a sutura si combinano in fogge poliedriche mutevolissime.
È grande la gioia compositiva che sottostà al fare come quella di chi tenta di percorrere decifrazioni di percorsi. È un´insieme inestricabile, rapente per il suo essere serrato e composto, labirintico e misterioso.
"Verrà la luna. / È Già apparsa un pó. / Ma eccola sospesa piena nell´aria / è Dio, probabilmente, / che con un meraviglioso cucchiaio d´argento, / rimesta la zuppa di pesce stellare" (Majakovskij).
È un mescolio di elementi autonomi e autoreggentesi, sono astri a sé stanti in un campo con possibilitè immense.

Giovanna Giordano
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Gazzetta del Sud
12Maggio 1984

Ranieri Wanderlingh inserta la pittura nell´immagine fotografica: è risultanza insolita e creativa.

Giovanna Giordano
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Il Soldo
29 Giugno 1985 Messina

Anche Ranieri Wanderlingh confida nei giovani per imporsi in questo campo. Pittore già noto a Messina, da circa due mesi ha aperto una bottega d´arte in via Centonze: "Azimut".
"Mi sono accostato alla ceramica - dice Ranieri - per un rapporto d´amicizia con Filippo Fratantoni che mi ha iniziato all´arte del modellare e del decorare. Quest´ultimo campo, oltre a quello della scultura, è quello che mi ha appassionato di piú anche per la possibilità che offre di dare sfogo all'´estro creativo di cui sono piú che fornito.
Wanderlingh in genere non tornisce i suoi oggetti ma compra il biscotto ( il pezzo in creta cotto ma da decorare) dagli artigiani messinesi se desidera qualcosa di particolare o a S. Stefano di Calastra.
E la sua bottega è un´esplosione di colori di fantasia, ma anche di pezzi unici, "Messina ha bisogno di un salto di qualità per quel che riguarda il gusto", prosegue Wanderlingh, "che la scuola non è assolutamente in grado di affinare. Anche con la ceramica d´arte artigianale è possibile inviare nuovi e diversi messaggi d´arte".

Silvana Giacobbe
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Manifestazioni Internazionali della Ceramica d´Arte
Protagonisti del 2000
Faenza 8 Giugno /29 Settembre 1985

Ranieri Wanderlingh è un giovane artista siciliano che opera da anni una silenziosa ricerca in direzione d´un attento recupero di elementi propri della cultura mediterranea, con elaborazioni di suggestioni attinte alla sfera onirica. Essenzialmente è pittore, attento a mediare la duplice valenza di un segno, scavato, incidente, con la ritmicità musicale di un colore caldo, solare permettendo attraversamenti che lo legano ad una condizione viva ed aderente al presente.
Infatti nelle opere ove maggiormente si avverte la presenza, quasi ossessiva di un segno graffiante, penso in specifico a quelle realizzate lo scorso anno, sembra che Wanderlingh voglia coniugare, con un lessico personalissimo, modi propri delle esperienze nordamericane degli ultimi anni: guardo cioé a quel momento raggruppato in quel troppo generico "graffitismo metropolitano", di recente con grande approssimazione "storicizzato" come evidenzia d´una condizione espressiva dell´ultima generazione,aprendo, in parallelo ad un falso e pilotato "ritorno della pittura" ad altre poetiche connotate in gran parte da un´irruenza selvaggia di figure facenti il verso ad un espressionismo di maniera.
In quelle opere l´artista siciliano instaura un diverso rapporto con lo spazio pittorico, non cede ad allettanti soluzioni, costruite da effettini di un post-moderno di categoria inferiore: anzi tenta di operare una cucitura tra il suo essere presente, partecipe cioè di quanto accade nel mondo dell´arte e la sfera della storia, per essa, quindi, a quell´immenso bagaglio di stratificate tradizioni, di rimandi orali, di manualità, di emergenze archetipiche che affiorano dalle trame del quotidiano.
Non a caso le opere sembrano avvertire felvidi impulsi, ritmie ricercate tra il segno e il colore, ricordando, alla lontana, la penetrante sensualità solare degli inchiostri colorati delle siciliane, di Corrado Cagli: un momento, queste ultime, di espolsione immaginativa in chiave di rilettura di miti mediterranei primitivi.
Una mediazione che il Wanderlingh oggi opera in quel conflitto vissuto interiormente, tra elementi diversi di culture sedimentate: si evidenzia innanzitutto la contrapposizione tra un tendere inconscio verso un equilibrio di forme, una proporzionalità, persistenza della cultura classica e l´impeto cromatico della natura che circonda lo spettatore alle pendici dell´Etna.
In Wanderlingh l´immagine si carica di un´ironia demistificante, un´immagine comics, abilmente realizzata da una plastica dai tratti rapidi, di forte sintesi espressionista, come nell´opera "Adamo ed Eva", qui esposta. A tal proposito si noterà subito come il racconto avvolga l´intero impianto, scandito in tre momenti, scene, episodi, tempi di posa.

Massimo Bignardi
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La tradizione in rivolta - Cuzzola Editore Maggio 1985 Napoli

"Ranieri Wanderlingh recupera la forza e l´ironia di un segno espressionista ai nuovi linguaggi provenienti dall´oltre oceano".

Massimo Bignardi
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Gazzetta del Sud 30 Maggio 1987

L´uomo impietosamente denudato di un rinnovatissimo ed ottimo Ranieri Wanderlingh. l´ormai piú che promettente Wanderlingh, finalmente "orfano" di Keit Haring.

Lucio Barbera
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Giornale di Sicilia
24 Gennaio 1988

Tra le sculture, di notevole interesse sono quelle del messinese Ranieri Wanderlingh, pittore, scultore e ceramista, le cui opere tracciano un excursus attraverso i temi della Genesi.

F . Tramontana
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Viaggio oltre l´astratto
Chianciano T. 7-22 Luglio 1990- Grand Hotel Terme
Spoleto 25 Luglio- 3 Agosto 1990
Saggio critico su catalogo

Recentemente Ranieri Wanderlingh, rispondendo ad una esigenza di chiarezza con se stesso, ha tentato di tracciare per iscritto una descrizione retrospettiva del proprio percorso pittorico, quasi interrogandosi sulle ragioni dei diversi momenti espressivi attraversati (e superati), e sul loro reciproco concatenamento.
Egli rintraccia cosí nel proprio linguaggio sette differenti periodi, motivati da altrettanti mutamenti sostanziali di ricerca.
Ma chi, come me, lo segue fin dal 1981, non puó non constatare come in ogni momento del suo percorso, anche quando esso approderà all´ astrazione, si riconosceranno certe cifre linguistiche che mostrano come egli non sia mai venuto meno alle ragioni sostanziali (direi quasi caratteriali) che hanno motivato il suo fare pittura fin dall´inizio.
Ma esaminiamo dunque questo percorso.
Nei dipinti dell´81, in contesti onirico-metafisici, ció che si rilevava come cifra peculiare era la presenza di strane figure meccanico-zoomorfe, un pó buffe, un pó mostruose, ma anche fortemente caratterizzate (vedi"Il Magnippo").
Wanderlingh voleva indubbiamente indicare in questi esseri un aspetto negativo della realtà, quello di una disumanizzante alienazione che meccanizza e deforma persone e cose.
Ma inevitabilmente egli si divertiva nel tracciare queste figure, che di fatto apparivano "brutte" e tenere al tempo stesso, buffe e gommose come pupazzi, deformi e per ció stesso patetiche. Per l´aspetto giocoso di questa pittura essa fu vista vicino al fumetto, ma in questa visione a mio avviso si ignorava il suo indubbio aspetto inquietante.
Nella ricerca successiva, che teneva ad una scomposizione di marca neo-cubista, le stesse figure, inserite in contesti geometrizzanti, sezionate e de-composte, si confondevano con la struttura compositiva d´insieme e se pur meno evidenti, costituivano sempre il sottofondo vitale dell´immagine.
In seguito, il segno si libererà gradualmente dall´intento costruttivo e si distenderà per tracciare forme aperte e morbide, dando luogo a piú gioiose stesure colorate.
In questi contesti, sebbene astratti, si intuirà ancora, attraverso allusioni segniche, la presenza ed anche il movimento di una folla di esseri biologicamente vivi, giocosi, ammiccanti, ma pur sempre morfologicamente ambigui.
Ricordo che in questa fase Wanderlingh li definiva efficacemente "plancton": un sottofondo insomma vibrante e imprecisabile, ma certamente sempre una presenza, che al tempo stesso, anche se ció puó sembrare contraddittorio, appariva confortante e inquietante.
È questo a mio avviso infatti il carattere peculiare del mondo di Wanderlingh: quasi un voler scongiurare e fugare le paure che la vita ci procura dialogando amorevolmente con gli stessi esseri (e tra questi egli forse riconosce anche se stesso) che di tali paure sono insieme causa e vittime.
Dopo questa stesure astratte "aperte", Wanderlingh ritenta una struttura chiusa, addirittura serrata: una tessitura di segni strettamente concatenati, nella quale scompare il colore per accentuare il gioco assoluto del segno.
Questa ricerca, da lui perseguita in un momento dell´83, coincideva con la produzione del graffitista statunitense Keith Haring.
Wanderlingh aveva imboccato tale via contemporaneamente ma indipendentemente ha Haring, e prima ancora di venire a conoscenza delle opere di questo.
A qualcuno sembró addirittura che egli "copiasse" l´artista statunitense, ma in realtà mentre Wanderlingh costruiva le sue "textures" di segni con l´intento -come egli stesso spiegava allora- di tradurre razionalmente e lucidamente il caos dell´inconscio (qui il bianco e il nero si identificano con il buio e la luce della ragione)- Haring, al contrario, afferma: "le mie immagini non vengono dall´inconscio ma solo dalla informazione visiva" (Arte di frontiera, catalogo della mostra, Bologna 1984): immagini quindi provenienti dalla realtà, queste di Haring, nelle quali l´unica operazione effettuata dal pittore era quella di una sintesi astratta, e non su una riflessione sull´inconscio.
Wanderlingh esegue una seria di dipinti su questa linea: via via il segno bianco/nero si infittisce, si meccanizza sino al raggiungimento di un effetto "optical".
Tuttavia, anche all´interno di questa rigorosa tessitura apparentemente astratta,si possono distinguere le ricorrenti forme (qui simili a pupazzetti ritagliati in serie su carta piegata).
Il disegno si sviluppa spontaneamente e istintivamente, ma esso occupa la superficie rispondendo a precise norme di equilibrio costruttivo: è l´incontro tra il caos e la ragione ordinatrice, ma anche, dice Wanderlingh, tra ragione e fantasia.
E a questo punto, il pittore sente la necessità di recuperare proprio la fantasia.
Entra dunque in una fase nuova nella quale "texture" si scioglie e riappare, qui predominante, il colore. I toni cromatici sono ora particolarmente accesi e caldi, seguono un andamento "a onde", e si espandono con totale libertà. Questa fase si configura come un breve momento di liberazione sia dalle costrizioni della stesura "serrata" che, al momento stesso, dal rischio della pura astrazione che puó consumarsi in se stessa.
A questa segue una pausa di riflessione nella ricerca di una partenza nuova.
A questa partenza nuova è avvenuta in direzione del recupero della figurazione.
Ma qual è il tipo di figurazione oggi realizzato da Wanderlingh? Volti e figure umane sono espresse con colori brillanti, segno e pennellata fluidi, stilemi morfologici deformanti: ecco dunque riapparire, sebbene trasformati nel ruolo, che oggi è quella della piena invadenza di campo e della presenza primaria, gli esseri del mondo di Wanderlingh: cattivi, mostruosi, ma pur sempre raffigurati in chiave giocosa.
Il linguaggio pittorico è diverso: sferzante, aggressivo,assolutamente libero ora da preoccupazioni estetiche: Wanderlingh dipinge le sue immagini con furia, sfidando l´effetto Kitch, in un impeto che sembra costruire distruggendo.
Con la maturazione è sopraggiunto il coraggio: il coraggio di dissacrare anche la pittura stessa, quasi di violentarla con un uso iperbolico dei suoi stessi mezzi: colore e segno.
E con il coraggio, finita cioè la paura, è sopraggiunta una vena di ironia.
Voglio concludere osservando che mentre nelle fasi passate era possibile riconoscere le varie ascendenze della pittura di Wanderlingh (innegabili i riferimenti al cubismo, come si è detto, ma enche a Miró, a Klee, a Kandinsky), qui non si puó riconoscere piú alcun modello specifico, ma soltanto un tipo di comportamento creativo: quello di certa pittura statunitense, appunto libera e aggressiva, difficilmente praticabile nel nostro continente, dove per tradizione il rispetto di certe norme di bellezza, di ordine, di equilibrio, di contenutezza, che derivano dalla cultura classica, è generalmente di rigore e la loro trasgressione puó essere vista come un fatto di carenza tecnica; ma qui abbiamo una prova specifica che fuga ogni sospetto di tal genere: Wanderlingh parte proprio dagli studi accademici e del resto la sua sicura manualitè è un fatto evidente.

Teresa Pugliatti
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L´espressionismo psicologico di Ranieri Wanderlingh
18 aprile 1990

Seguo ormai il trentenne Ranieri Wanderlingh dalla sua prima apparizione sulle "scene artistiche": voglio dire dalla sua prima personale, intitolata Frammenti, che ebbe luogo a Messina nella galleria Mosaico nel 1992.
Molte esperienze ha maturato il giovane artista e molti momenti ha attraversato la sua "ricerca".
Tappe significative, a mio avviso, dell´itinerario biografico-artistico di Ranieri wanderlingh sono state la partecipazione all´Expo-Arte di Bari nell´83 e nell´84, nonché quella a Faenza ad una rassegna nazionale di scultura in ceramica (mezzo espressivo nel quale si è pure cimentato il nostro artista). Nella mia prima recensione sul Soldo (Messina, 20 novembre 1982), osservavo che Frammenti si poneva in un momento di transizione dalla prima fase, caratterizzata da un realismo istintivo, alla seconda, caratterizzata da un astrattismo con evocazione figurativa.
E non credo di aver sbagliato, allora, nell´individuare nella "cultura del fumetto" non si dimentichi che l´autore nella prima mostra contava appena ventuno anni!) il sostrato di quella trasfigurazione del mondo operata da Wanderlingh sulla tela (che oggi direi peró piú opportunamente trasfigurazione del mondo del suo inconscio). Né quando rilevavo che l´autore aveva indubbiamente recepito la lezione cubista.
Il 28 maggio 1983 mi ri-occupavo di Wanderlingh al quale, sempre da parte del Mosaico, era stato dedicato un intero box nella Fierarte ´83 di Messina.
Ancora i personaggi dell´artista si muovono tra la fantascienza-fumetto e la realtà dell´alienazione consumistica.
Non esce ancora l´autore dalla piccola dimensione, ma dimostra di operare con lucidità, e di essere in grado di controllare razionalmente la propria pittura, pur seguendo un innegabile istinto creativo.
Teresa Pugliatti, presentando Wanderlingh alla galleria messinese Il Gabbiano nell´84, e parlando del suo linguaggio, osserva che "quello precedente [alla mostra ivi presentata] era insieme "neo cubista" nelle partiture spaziali e cromatiche, ma assumeva accenti surrealistici nella libera invenzione delle figure. Oggi Wanderlingh allenta, e talvolta elimina, le partiture geometrizzanti per una maggiore libertà nelle distribuzioni spaziali. Ma il significato delle sue composizioni non cambia: la stesura è sempre, al tempo stesso, libera e controllata, e peraltro coincide con il contenuto effettivo del suo discorso".
Sulla Gazzetta del Sud del 30 maggio 1987 Lucio Barbera definisce wanderlingh "orfano di Keith Haring". Il punto merita di essere approfondito e citeró in proposito le parole dello stesso artista.
Nella fase "incriminata" "scompare il colore, sopravvive solo un nero gestuale ma ponderato, la composizione è totalmente astratta, tutti i valori pittorici sono ridotti al minimo (luce e buio) e traducono pura emotivitè-movimento. Qui appare il collegamento con Keith Haring, il mio segno peró è piú vicino a quello di Pollok. infatti di quello stesso periodo sono le mie opere di espressionismo astratto".
Mi accingo alla conclusione. Wanderlingh, secondo me, dall´82ad oggi ha effettuato un doppio "viaggio": all´interno dell´arte contemporanea ed all´interno di se stesso.
Nel primo "viaggio" egli ha ritrovato delle vere e proprie affinità con gli artisti americani dell´espressionismo astratto, com´egli stesso dice, ma a mio avviso soprattutto con quelli del post-espressionismo neo-figurativo attuale.
Il secondo, all´interno della propria psicologia - quasi attraverso una vera e propria autoanalisi- ha fatto maturare l'´opera artistica di Wanderlingh, portandone alla luce le motivazioni. Io, allora, leggerei tutta la produzione del pittore in funzione di una sempre maggiore consapevolezza del proprio io e dell´io -artista.
Oggi le due realtà (psicologica e creativa) si trovano in uno stato di composizione e di equilibrio. E quello che prima io avevo definito mondo di personaggi-fumetto acquista la tensione del mondo reale, anche se deformato dal segno e dal colore forte, pur portando in sé gli esiti delle esperienze (neo-cubiste, surrealiste, espressioniste astratte), attraverso le quali indubbiamente Wanderlingh ha maturato il proprio linguaggio. Oggi io parlerei dunque di una dimensione molto affine a quella della giovane pittura statunitense contemporanea, ma anche, specificamente, di un espressionismo psicologico di Wanderlingh.
La figura, a volte adombrata nell´ordito dei segni, a volte costruita col segno stesso, emerge nella sua consapevolezza della vita alienata degli anni Novanta. Vi appaiono una grande tensione e un´interesse nuovo nei confronti del pianeta donna (ma questa, forse, sarà la prossima ricerca di Wanderlingh?).

Luigi Natoli
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Gazzetta del Sud
19 Luglio 1990
Wanderlingh a Chianciano e Spoleto

È in corso fino al 22 luglio a Chianciano nel Grand-Hotel Terme e si trasferirà poi a Spoleto nelle prestigiose Terrazze Frau dal 25 luglio al 3 agosto, la mostra "Viaggio oltre l´astratto", del giovane artista messinese Ranieri Wanderlingh. Sono esposte circa settanta opere di piccole e grande dimensione: oli su tela, acrilici su tela, tempere o pastelli su carta, sculture in maiolica e bronzo. L´esposizione illustra il percorso pittorico di Wanderlingh dal 1981 ad oggi.
L´artista, che vive e lavora a Messina, è già presente con le sue opere in altre città d´Italia, lo stile di Wanderlingh si è sempre svolto lungo una spontanea linea di ricerca, di grande fondatezza, effettuata sull´onda delle ultime tendenze, l´intendimento è soprattutto quello di cercare di far luce sul sentimento umano.
Nel catalogo che accompagna la mostra, Luigi Feriazzo Natoli ha scritto: "Wanderlingh ha effettuato un doppio "viaggio": all´interno dell´arte contemporanea e all´interno di sé stesso.
Nel primo, egli ha ritrovato delle vere e proprie affinità con gli artisti americani dell´espressionismo astratto.
Il secondo, all´interno della propria psicologia - quasi attraverso una vera e propria autoanalisi- ha fatto maturare l´opera artistica di Wanderlingh, portandone alla luce le motivazioni.
Oggi io parlerei dunque di una dimensione molto affine a quella della giovane pittura statunitense contemporanea, ma anche specificamente, di un "espressionismo psicologico" di Wanderlingh.

F . Cicero
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La Nazione
22 Luglio 1990
Viaggio oltre l´astratto

Si conclude oggi con un grande successo di pubblico, nelle sale del Grand Hotel Terme, la mostra di Ranieri Wanderlingh.
In esposizione settanta opere di piccole e grandi dimensioni: oli su tela, acrilici su tela, tempere o pastelli su carta, sculture in maiolica o bronzo.
"Viaggio oltre l´astratto" è il titolo di questa antologia che illustra compiutamente il percorso pittorico del giovane artista che vive e lavora a Messina.

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Gazzetta di Siena
22 Luglio 1990
Viaggio oltre l´astratto

CHIANCIANO - Il titolo della mostra è "viaggio oltre l´astratto".
Sono esposte circa settanta opere di piccole e grandi dimensioni: olii su tela, acrilici su tela, tempere o pastelli su carta, sculture in maiolica e bronzo.
L´esposizione illustra il percorso pittorico del giovane artista Ranieri Wanderlingh dal 1981 ad oggi.Il pittore, noto a Messina dove vive e lavora, è già stato presente, con le sue opere, in altre città d´Italia.
La mostra che finisce oggi si tiene a Chianciano al Grand-Hotel Terme, le cui sale sono offerte dalla proprietaria e gestore Grabriella D´Amico, (che è in assoluto la piú giovane albergatrice in Italia, 23 anni) molto aperta ad iniziative culturali.
L´organizzazione della mostra è di Oscar Soradinis.

F . Cicero
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Corriere dell´Umbria
25 Luglio 1990
Ranieri Wanderlingh espone alla Terrazza Frau

Verrà inaugurata oggi, alle ore 18, alla Terrazza Frau, una interessante mostra di pittura di Ranieri Wanderlingh, patrocinata dal Comune e dalla Provincia di Messina, dalla Regione siciliana e dalla Pro Loco di Spoleto, quest´ultima presente nel quadro dei rapporti di gemellaggio culturale in atto tra Spoleto e Messina, nato dal riconoscimento del Premio internazionale Vittoriani, assegnato appunto alla nostra città. La mostra, intitolata "Viaggio oltre l´astratto" - opere dal 1981 al 1990, è presentata in un elegante catalogo, opera di Teresa Pugliatti e Luigi F. Natoli. Ranieri Wanderlingh, appena trentenne ha al suo attivo interessanti rassegne che rappresentano fasi diverse della sua evoluzione artistica. La sua ricerca passa attraverso il neo cubismo bene accolto da critici e giunge, gradualmente all´espressionismo psicologico. Merita, questo giovane artista, una visita ed un attento esame.

T. De Laurentis
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Gazzetta del Sud
8 Agosto 1990
Wanderlingh viaggia oltre l´astratto

Con il titolo "Viaggio oltre l´astratto", indubbiamente centrato (e scelto dallo stesso artista), Ranieri Wanderlingh ha lanciato la sua mostra di opere edite tra l´81 e il ´90, prima Chianciano, presso il Grand-Hotel Terme (7-22 luglio) e poi a Spoleto, nella Sala Frau (25 luglio -3 agosto).
Vorrei sottolineare una recente novità, per cosi dire, della "pittura" messinese e cioè quella di "esportarsi" nel continente, e talvolta anche oltre i confini nazionali.
Ció si deve piú che altro a rapporti tra gli artisti messinesi e galleristi o critici d´arte e costituisce un indubbio vantaggio non solo per gli artisti che cosí superano gli stretti confini provinciali, ma anche per gli stessi galleristi, per i critici e per il pubblico di Messina che possono avvalersi di uno scambio, ottenendo mostre di artisti non locali.
Dicevo del titolo sicuramente centrato, non solo per quel che preciseró in seguito - con riferimento alla pittura di Wanderlingh -, ma anche per la direzione intrapresa dalla pittura contemporanea tout-court, dopo avere attraversato il figurativo, l´informale e il concettuale (con tutte le ulteriori varianti e sotto- varianti sino all´happening, cioè all´assenza del fare pittura in senso tecnico). "Oltre l´astratto" sta ad indicare, dunque, che la pittura oggi viaggia verso una meta che non consente piú la classica definizione-distinzione tra figurativo e astratto.
Ma procediamo con ordine.
In questa mostra Wanderlingh ha esposto (ed esporrà tra breve anche a Messina,alla Meridiana) piú di 70 opere (di dimensioni che vanno dalle piccolissime alle grandi), di cui 36 su carta e 34 su tela, nonché 5 sculture, 2 in bronzo e 3 in maiolica. La presenza, sia pure limitata, di queste sculture dà anche la misura degli interessi di Wanderlingh, che non si limita allo sola ricerca pittorica. Ed anche all´interno di questa, le tecniche usate sono le piú varie: olii, tempera, smalto, acrilico etc.
Il catalogo, impaginato dallo stesso artista, è stato patrocinato dal Comune e dalla Provincia di Messina, mentre i rispettivi spazi espositivi sono stati offeri dalla Direzione del Gran- Hotel di Chianciano Terme e dalla Pro Loco di Spoleto. La stampa si deve alla Grafica Editoriale di Messina, per l´Edizione O.E.S.I., le riprese fotografiche a L. Fulci, M. Previti, E. Giordano e allo stesso Wanderlingh, e l´organizzazione a Oscar Saranidis. Gli interventi critici (con traduzione in inglese di Annalisa Drago Ferrante) sono di Teresa Pugliatti e di chi scrive.
Il catalogo segnala, come si puó vedere una nutrita attività del piú giovane artista messinese ( ma nato a Roma nel ´61 ), che ha iniziato con una mostra nell´82 al Mosaico; ed offre una già corposa rassegna biografica.
Se Teresa Pugliatti ha ricostruito puntigliosamente il percorso artistico di Wanderlingh, io mi sono limitato a mettere in risalto un aspetto emerso di recente, e da me definito "espressionismo psicologico". Come ho scritto in catalogo, infatti, la produzione di Wanderlingh, puó essere letta anche in funzione di una sempre maggiore consapevolezza del proprio io e dell´io-artista.
Vorrei concludere con le parole di Teresa Pugliatti, la quale osserva che "mentre nelle fasi passate era possibile riconoscere le varie ascendenze della pittura di Wanderlingh (innegabili i riferimenti al cubismo, come si è detto, ma anche a Miró, a Klee, a Kandinsky), qui non si puó riconoscere piú alcun modello specifico, ma soltanto un tipo di comportamento creativo: quello di una certa pittura statunitense, appunto libera e aggressiva...".
Aggiungerei soltanto che Viaggio oltre l´astratto puó indicare una delle vie che negli Anni Novanta la pittura si accinge a intraprendere, quella di una pittura che complessivamente (con riferimento a confini ormai angusti del pianeta civile) può essere identificata come neo-dada, per l´accentuazione del gioco d´artista, ma seriamente inteso ad additare nuovi valori che sono insieme estetici ed etici.

Luigi Natoli
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Mostra Personale "Il Messaggero del Sole"
Milano, 6-16 Novembre 1990
Galleria Programma Arte

Ranieri Wanderlingh appartiene a quella schiera di giovani artisti inquieti che sono alla continua ricerca.
Influenzato ai suoi esordi dal Cubismo e dai grandi Maestri del ´900 (Klee, Miró), attraversato un periodo d´astrazione fondato su di una rigorosa ricerca segnica, Wanderlingh ha oggi sintetizzato stilemi e linguaggi differenti in uno stile compiuto, aggressivo, quasi violento. Dipingendo con forza, avendo il coraggio di parlare fuor di metafora, l´artista rivisita in chiave espressionista (una sorta di "barocco psichedelico" un pó Kitsch) temi a lui già cari: l´alienazione, metropolitana e non, un certo gusto per il mostruoso e il deforme, una sensibile attenzione alla vibrazione d´energia che anima la materia.
I messaggi che Wanderlingh ci invia sono come lampi carichi d´angoscia colorata, piene composizioni ridonanti che ci ricordano quanto il nostro quotidiano sia sovraccarico d´informazioni, d´immagini e di cose, laddove domina un segno pittorico potente, mentre in caustiche tensioni turbinano allucinanti visioni.

Roberto Cascone
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Gazzetta del Sud
14 Novembre 1990
Wanderlingh espone a Milano

Continua l´attività artistica di Wanderlingh. Dopo le personali di Chianciano, Spoleto e Montreal, il pittore messinese sta esponendo le sue opere, dal 6 novembre, a Milano ed è in procinto di preparare una mostra a Messina. Venticinque sono le tele presentate dall´artista:10 tempere e 15 tra olii e acrilici. Wanderlingh è reduce dal successo ottenuto durante la mostra di Montreal, che è rimasta aperta dal 26 agosto al 9 settembre. I quadri erano esposti al Foufounes Electriques, uno spazio di stampo underground, frequentato da giovani di tutto il mondo protesi verso la distruzione dei vecchi valori e alla ricerca di nuovi modi d´essere. L´avanguardia pittorica di Wanderlingh si è ben spostata con le manifestazioni estremiste rappresentate dai giovani avventori del Foufounes Electriques. Molto forte è stato il contrasto tra l´ambiente ufficiale e protocollare delle Terrazze Frau di Spoleto, dove si era tenuta una mostra dell´artista nella scorsa estate, e l´ambiente alternativo trovato in canada.
Wanderlingh si è trovato a contatto con due situazioni opposte riscuotendo unanimi consensi, a dimostrazione dell´universalità del messaggio artistico. Lo stile del pittore messinese è stato sempre caratterizzato da una grande libertà espressiva, adesione al mondo contemporaneo e alle avanguardie artistiche. Ció conduce Wanderlingh, pur non dimentico di alcune regole fondamentali della composizione, verso arditi territori di ricerca da dove egli con processi induttivi ci porta nel meraviglioso labirinto dell´umano sentire.

Paolo Cuomo
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Saggio critico nel catalogo della mostra "Messaggi dell´anima"
Galleria d´arte la Meridiana
1 - 16 Dicembre 1990 Messina

"Le pitture hanno una loro vita che proviene interamente dall´anima del pittore"

VINCENT VAN GOGH (lettera al fratello Theo)


  1. L´arte moderna, nata dall´impressionismo, ha poco piú di cento anni e a causa del suo sviluppo storico assai segmentato, comporta una grossa difficoltà per chi, oggi, vuole inserirvisi. Il giovane artista agli inizi si trova infatti dinnanzi non a uno stile univoco, insegnato all´Accademia, bensí a un polistilismo. Entrando nei meandri del polistilismo, cosí differenziato e contraddittorio seppur ricco di humus, egli deve trovare una strada. Quale? Si puó seguire lo stile dei maestri e degli amici; si puó accordarsi alla moda in auge in un dato momento; si puó ricercare faticosamente stile e contenuti adatti alla propria personalità.
    Il difficile è che, in quest´ultima ipotesi, non c´è nessuno che possa dirci esattamente quale linguaggio scegliere, quale tecnica impiegare, quali temi svolgere. L´artista giovane è costretto perció a buttarsi allo sbaraglio, nella ricerca di una espressione artistica originale. Per maggiore sventura, egli non ha davanti a sé un mondo ben definito e decifrabile, bensí una condizione collettiva travagliata, la quale a sua volta agisce sull´io individuale.
    Sotto questo aspetto, la "crisi dell´io" soggiace a ben tre patologie dello spirito: l´anomia, cioè la mancanza di regole, di norme che permettano una integrazione con modelli istituzionalizzati; l´alienazione, cioè la perdita di un rapporto di valore col proprio lavoro; l´nsietè o angoscia ricorrente, oscura malattia dell´anima producente sia comportamenti di regressione sia atti eccessivamente rigidi.
    Il giovane artista che inizia dunque la sua carriera, partendo dalla menzionata "crisi dell´io", ha certamente in sè una carica dirompente e disgregativa che egli,se vuol sopravvivere, deve delineare ma nel contempo esorcizzare. In proposito, è esemplare la personalitè del pittore Ranieri Wanderlingh.
  2. Ranieri Wanderlingh ha solo ventinove primavere, ma sta concretando da due o tre anni un suo stile peculiare e una sua tematica. Cominció con una personale, ventunenne, a Messina, sua città natale, nel 1982. Per comprendere le opere esposte nell´attuale mostra, initolata "essaggi dell´anima", risulta necessario rifarsi agli inizi del giovane Ranieri, nel quadro di una analisi antropologica e di psicologia del profondo. Il primo suo livello stilistico è caratterizzato da una fase figurativa, tra il piatto e il tutto tondo, in cui subito emerge la pulsione del mostruoso. Basti ricordare Il Magnippo (1981), dipinto basato su una grande testa glabra che spicca su un vestimento rosso, con un lungo braccio dalla strana mano aracnea. Un muro separa questa figura, al cui fianco appare una verdognola creatura deforme. In alto, come affacciandosi, cinque teste scorciate sbirciano paurosamente la scena. Nella quale appaiono, a sinistra e a destra, l´uno di fronte all´altro, appena delineate sottilmente, le figure di un giovane e di un adulto che si guardano. Nel bordo inferiore del dipinto scorrono le prime otto lettere dell´alfabeto e i primi quattro numeri.
    Che significa tutto ciòó? Si tratta della presenza del demoniaco, laddove il braccio artigliante sta ad individuare un pericolo incombente. Tuttavia la figura semivisibile dell´adolescente (che identifica l´autore) è come protetta dalla figura adulta (il padre?). Altro elemento rassicurante, i numeri e le lettere alfabetiche, individuanti il logos, cioè il potere della ragione che vince le forze maligne e oscure.
    La composizione, ben equilibrata plasticamente e cromaticamente, dimostra da una parte il radicamento del giovane artista all´analisi della sfera infera, dall´altra una notevole capacità di non farsene coinvolgere, dominando la situazione con lo stile.
    Segue una fase piú dolce, con dipinti di marca neo-cubista (come ha scritto Teresa Pugliatti), caratterizzati da un contrappunto di forme geometriche piene di trasparenze e luminismi. Questa fase indica una volontà di strutturare scena e personaggi, con stesure piatte che mettono in evidenza l´elemento orchestrativi e ritmico della composizione. Desidero qui citare il dipinto intitolato L´Accademia, per l´apparizione di una forma superiore importante: una condensazione morfologica di due quadrati, di un cerchio, di un andamento lineare spiralico; emblema criptico del desiderio della "quadratura del cerchio", cioè di raggiungere in futuro la quintessenza di un equilibrio interiore.
    Wanderlingh prosegue comunque la sua ricerca stilistica e tematica con scene basate su complessi labirinti lineari, che lasciano trasparire ambigue figure: il tutto in una atmosfera da "sottosuolo", di ascendenza chiaramente kleeiana. Voglio anche ricordare due quadri intitolati L´occhio (1982), primo momento in cui s´affaccia, timido, l´archetipo della totalitàà.
    Dal 1984 sopravviene una fase "americana": nel senso che l´artista è attratto a ripetere due esperienze, quella polimaterica dell´action painting e quella del graffitiamo. Mentre nella prima egli esperisce la brutalità inerte della materia caotica, nella seconda traduce il caos nell´esperienza del "brulichio". Teresa Pugliatti ha ricordato, in proposito,come la ricerca di Wanderlingh fosse indipendente da quella dello statunitense Keith Haring e avesse l´intento cosciente di tradurre, razionalmente e lucidamente, il caos dell´inconscio (il bianco e nero identificati con il buio e la luce della ragione). Oltre a ció va sottolineato che il "brulichîo" indica la perdita del rapporto con l´oggetto, laddove il fomicolîo connota la disgregazione con l´io, la moltitudine segnica e psichica di impulsi iperaffollata in moti contraddittori che portano al nulla.
    L´ultimo periodo, relativo a questa fase iniziale della formazione del nostro artista, è costituito da un ribaltamento. Dal microcosmo in bianco e nero dei graffiti, egli passa al macrocosmo, "arcobalenante" cromaticamente, di visioni aeree: specie di fantasmagorie celesti, in cui si nascondono criptiche figure (cito La nascita, 1982). Si tratta come di una liberazione rispetto all´ossessivo agitato brulicamento segnico, senza spazi, senza respiro, senza identità formali.
    I nuovi dipinti hanno la caratteristica di spostare l´asse espressivo da uno stadio di tipo psicotico a una proiezione oltre il mondo infero, verso i piú vivibili mondi terrestre e celeste. Si ha perció, antropologicamente, una crescita che si riverbera nella successiva produzione. In particolare, in questo momento si ha una messa a punto simbolica della tavolozza dell´artista. I suoi colori, infatti, sono la poetica trasposizione della realtà mediterranea della Sicilia, pur nella completa astrazione. Gli azzurri e i blu del cielo e del mare; i verdi degli agrumei; i gialli e gli aranciati della solarità incombente; i rossi sulfurei delle lave.
    Per concludere, lo sfaccettato iter pittorico di Ranieri Wanderlingh fin qui delineato sta a dimostrare cosí una bruciante ricerca, cosí una tensione stilistica e una captazione visionaria; il tutto volo a condensare psiche, mondo, persone, sogni, reveries ed incubi, in un discorso immediato e senza filtri troppo intellettualistici. Come vedremo, da queste premesse Wanderlingh sta ora postulando un suo discorso ancora piú sintetico.
  3. La presente fase dell´artista siciliano è sotto la costellazione dell´espressionismo, ma questo termine va precisato sia nelle sue implicanze sia nei suoi limiti. Per cominciare, bisogna individuare la pulsione primaria di Wanderlingh rispetto alla figura.
    Anzitutto, partiamo dalla triade canonica dei modi del suo conformarsi: la figura "classica" rispetta la fisionomica e include l psicologia nei tratti del viso; la figura "espressionistica" scava nei tratti del viso, aggredendo il corpo come per spremere violentemente fuori da esso la sua anima; la figura "barocca" infine addiziona greve materia e segni al viso, appesantendolo di elementi che sembrano tarpare l´anima che vi è immessa. Questa triade canonica, in un artista, puó apparire in momenti successivi (ad esempio Picasso) o essere presente quasi allo stesso momento.
    Se analizziamoli dipinto intitolato Il Magnippo, in questo saggio già citato, riscontreremo "classiche" le figure dell´adolescente e dell´adulto, "espressionistica" quella dell´essere glabro, e "barocca" quella del personaggio verdognolo. Tali differenze indicano qualità esistenziali diverse. Passato attraverso i processi scompositivi di marca neocubista, e attraverso i linearismi primitivistici di tipo kleeniano, Wanderlingh ha avuto da subito la difficoltà nel trattare la figura, dacchè essa identifica sempre l&io. E proprio la "crisi dell´io", provocata dalle tre citate patologie dello spirito, è l´elemento antropologico che rende assai arduo il figurare. Come si è comportato Wanderlingh?
    Va detto che egli ha seguito tre strade. Troviamo la figura espressionistica nella produzione pittorica degli ultimi tre anni; la figura barocca, ma con inserimenti espressionistici, egli l´ha invece perseguita nella scultura in ceramica, praticata dal 1985; infine la figura classica appare, isolata, in alcuni bellissimi disegni anatomici, indaganti le fasce muscolari e il loro combinarsi. Quest´ultima esperienza è l´antipodo, la polarità opposta, della formatività che riscontriamo nei suoi personaggi "espressionistici". Indagare l´organizzazione corporea interna, va precisao, non è piú "entrare nella natura" come per l´artista quattrocentesco, bensí è riscontrare la logica formativa del di dentro del corpo, quasi per assicurarsi un contravveleno, una immunizzazione, nei riguardi delle forze disgregatrici chiamate in scena con lo stile dissociante.
  4. Si è scritto che la figurazione di Wanderlingh ha un rapporto col fumetto. Questa affermazione non trova sostanziali riscontri, mentre c´è certamente un nesso tra le figure dell´artista siciliano e un´altra attività grafica: la caricatura. Studiata da critici versati nella psicologia dell´arte, come H. Gombrich e Ernst Kris, la caricatura, che è collegabile al motto di spirito di cui è una specie di forma grafica, determina una aggressione-regressione sul materiale umano. Esso viene sottoposto a uno choc, dal quale non è esente il processo primario, cioè l´inconscio con la sua assenza delle nozioni di tempo, di logica, di realtà comune.
    Orbene Wanderlingh è assai versato nella caricatura, che gli viene istintiva, tanto che egli ha lavorato un questo campo con successo per alcuni giornali. Quando l´aggressività della caricatura viene spinta entro un certo limite, esasperando la fisionomica, si ha il grottesco. Fu Victor Hugo, nel 1827, a definire il grottesco simbolo dell´animalità che resa nell´uomo. L´antitesi del grottesco è il sublime, parte alta e divina, quanto il grottesco è parte bassa e infera. A questo punto del discorso puó riuscire ormai chiara la natura dell´espressionismo di Wanderlingh: esso è portatore di una fortissima pulsione grottesca. Il grottesco collegato agli umani è il sintomo di un mondo ridotto a un inferno. Un demoniaco laico, in questo nostro caso, certamente lontano da quello religioso del periodo romanico; un demonico nuovo che cento anni fa vedeva la sua nascita soprattutto nelle opere di un Ensor o di un Kubin, assai impregnate da un solipsismo psichico.
    Si è cosí giunti alla possibilitè di definire piú precisamente l´espressionismo del nostro autore: esso è grottesco-demoniaco ed è la maturazione di una tendenza psicologica già presente dieci anni prima, in opere di tipo oniroide come il Magnippo. A proposito del quale dipinto è opportuna una chiosa. Alla domanda mia su che cosa significasse quel nome, Ranieri m´ha risposto di non saperlo: un nome inventato, di fantasia...
    Allora gli ho spiegato che la parola è un ibrido latino-greco che vuol dire "Grandecavallo".
    Aggiungo ora che il termine, nato come un motto di spirito dall´incoscio, è fortemente ironico, in quanto il "grande cavallo" esemplato da un homunculus glabro allude miticamente al cavallo associato alle tenebre del mondo ctonio (cioè agli inferi). È il figlio della notte, portatore di morte e distruttore, legato ai poteri magici. Un significato dunque che, a posteriori, illumina sulla strada che l´artista avrebbe percorso poi, nella tortuosa ricerca del proprio Sè.
  5. Chi ha seguito fin qui questa analisi, in sostanza un´antropologia simbolica, si sarà reso conto della stretta connessione evolutiva graduale del livello stilistico con quello dei contenuti. È giunto il momento di accennare ora ad alcune opere recenti, con un taglio sia iconografico che iconologico.
    Anzitutto il metodo di lavoro di Wanderlingh consiste nell´accettare la pulsione che porta alla "visione". Il dipinto gli nasce veloce, magari alle tre di notte, senza un bozzetto o una predisposizione mentale. È come una trance, che lo spinge ad accostare pervicacemente colori a forme e forme a colori.
    Il tutto esplode mediante un cromatismo incessante: icastico, pieno di lampi, di guizzi, di bagliori, di luccichii, di sfolgorii, di vampe, di balenii. Ma questo materiale così energetico e vitalistico è organizzato non a stesure monocromatiche, bensí in un cozzarsi di timbri assai vivace, insieme a luminescenze bianche o a sottili svirgolate di neri. Ecco, se una sintesi si vuol derivare, quasi distillato o quintessenza, da questo caos arcobalenante, essa consiste in una specie di osmosi di due principi: da una parte come un´aquorea liquidità di blu celesti e violetti, dall´altra come una lavica accensione di tonalità calde.
    Certamente siamo giunti al nucleo, si potrebbe dire al menoma, delle ragioni espressive dell´artista. Siciliano di nascita ma con una ascendenza fiamminga, Wanderlingh si dibatte tra una mediterranea ed etnea sicilianità e un oscuro richiamo nordico, che lo risucchia verso il mondo degli incubi, delle ossessioni, degli impulsi sadico-masochistici, ben lontano dall´aurea classicità. In questa configurazione altamente conflittuale vanno viste e lette le figure che egli dipinge, a olio a tempera e con acrilico, su superfici non molto grandi, con intensa concentrazione segnica, come sfuggendo un horror vacui.
    Tutte le figure appaiono come primitive, condannate irrimediabilmente a un destino di regressione. I visi stravolti, appuntiti, appiattiti; i nasi adunchi e le orecchie a sventola o animalesche; le braccia focomeliche e le mani artiglianti.
    Talora questi corpi assomigliano a geroglifici, come L´uomo caffettiera (1990); oppure si compattano in un serratissimo continuum, come Donne passanti (1990); ovvero diventano come dei vortici, come Uomo- chitarra (1990).
    I corpi sono sempre ignudi, per meglio mostrare deformazioni e mostruosità, aberrazioni e orridezze, tuttavia la fluidità ritmica e plastica con cui sono costruiti li riscatta esteticamente. Certamente questa umanità, ferocemente giudicata e delineata, è tuttavia impregnata di eros negativo, di una instintualità coatta, di un eccesso di rivolta impotente. I dipinti di Wanderlingh possono molto attrarre o molto impaurire lo spettatore.
    È inutile leggere dentro il loro tessuto pluricromatico e multilineare, onde captare messaggi segreti dell´inconscio. Vi si trova innanzitutto l´iterazione di occhi penetranti, fessure dirette verso un´oscurità infinita, e parimenti lanciati verso lo spettatore come ipnotici uncini dell´angoscia. Varie volte i seni diventano occhi e i torsi teste, in un gioco metamorfico ambiguo e quasi perverso. Elementi della simbolica del profondo, come volute, croci, si insinuano criticamente qua e là. La plasticità chiusa degli sfondi induce a percepire le figure come prigioniere in un sacco amniotico: per cui si puó dedurre che l´artista vive, mitopoieticamente, in questo momento, la sua ri-nascita. Cioè la nascita psichica. Del che si ha conferma in un recente lavoro, raffigurante una strana creatura vicino ai suoi genitori.
    Come si è detto piú sopra, questi dipinti rientrano nel genere grottesco e il loro contenuto di esistenzialità è demoniaco, in senso laico e collettivo. L´uomo che perde il rapporto con la verità e il giusto, irrimediabilmente, cade in un nihilismo dell´anima, che lo stravolge nel demoniaco. Egli infatti non ha piú vicino a sè il daimon socratico, la potenza spirituale ed etica. Al contrario è posseduto da un demone vero e proprio, la stregante potenza dissolutrice negativa.
  6. Terminiamo questo saggio sul tema della follia. Lo spettatore si domanda: c´è un rapporto tra l´arte di Wanderlingh e la pittura dei malati di mente? Se c´è questo rapporto, siamo dinnanzi a una forma d´arte? È accettabile un´arte attuale collegata all´arte psicopatologica? La prima risposta è che tra la pittura di Wanderlingh e la pittura dei malati di mente il rapporto è puramente esterno, cioè linguistico e non psichico. Il parossismo lineare-cromatico di Wanderlingh, il suo horror vacui, la deformazione accentuatissima, l´istintualità e lo psichismo che dominano, l´assenza di riferimenti alla realtà, l´atmosfera rutilante e allucinatoria, ecco gli elementi che determinano un ponte tra il nostro giovane artista e l´arte degli psicotici. Il rapporto è peró "formale" di linguaggio. Gli psicotici sono obbligati a dipingere cosi come automaticamente la malattia mentale impone: per Wanderlingh questo stile invece è una scelta, un bisogno di definire un territorio di indagine, sicchè egli si puó dilettare in contemporanea nel disegno anatomico rigorosamente "classico", cosa che un malato mentale non potrebbe fare.
    Seconda risposta. Il riferimento della pittura di Wanderlingh con la pittura psicotica è perfettamente lecito nel quadro del moderno, che si è riagganciato anche alla pittura infantile, a quella dei primitivi, a quella naif. Si tratta di un viaggio in un´area anticlassica e antitradizionale, nella ricerca di un discorso prelogico collegato al mito. Terza risposta. Wanderlingh non è certamente pazzo. Il suo modo di dipingere poggiante su raptus espressivi, su automatismi, e indagante l´area degli archetipi, quella dei complessi (ad esempio, il complesso edipico), servendosi di immagini criptiche, di sdoppiamenti, di polimorfismi, questo suo modo di dipingere è certamente defatigante per la tensione psichica che comporta. È solo qui il pericolo di morbilità, in cui si potrebbe andare incontro. Certamente per l´uomo comune passare le colonne d´Ercole del corporeo, per inoltrarsi negli anfratti oscuri e poco conosciuti della psiche, costituisce uno choc.
    Quarta risposta. Un´arte attuale collegata all´arte psicopatologica non solo è accettabile per l´evidente allargamento di orizzonte, ma è anche assai corretta utile e coerente nell´odierna configurazione del mondo alle soglie del duemila.
    Un mondo che, se per il momento ha allontanatolo spettro della morte atomica, non risolve comunque l´evento certo della morte ecologica. Tutto ció piÚ che follia puó individuarsi come "ragione divenuta folle".
    L´arte moderna peraltro, in molte sue produzioni, assomiglia a una enorme e multiforme valvola di sicurezza, per incanalare la "follia" dei contemporanei su un piano a sè stante. In tal modo, se da una parte si ha uno scaricamento di tensione, dall´altra vedendo rispecchiata la propria condizione c´è la speranza di una presa di coscienza e di un cambiamento.
    Ció porta a concludere che la pittura di Ranieri Wanderlingh è un apporto originale, intelligente e sofferto, a un problema generale dell´umanità.
    Naturalmente, l´artista sta muovendo, con decisa consapevolezza, i primi passi dentro una Weltaschuung sua propria. Il conflitto che è dentro la sua personalità, e parimenti dentro la sua arte, tra l´elemento nordico e quello mediterraneo induce a pensare che per lui vi sarà una evoluzione ricca di svolte. Un espressionismo demoniaco e psicotico non puó essere il pane di una intera vita.
    Per ora, concludendo circa la pittura e la scultura di Wanderlingh, puó valere la seguente acutissima asserzione di Edgar Morin: "l´unica conoscenza che valga è quella che si alimenta di incertezza, e il solo pensiero che vive è quello che si mantiene alla temperatura della propria distruzione".

Riccardo Barletta
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Gazzetta del Sud
Dicembre 1990
Wanderlingh successo alla mostra

Si è conclusa la mostra "personale" di Ranieri Wanderlingh, il ventinovenne pittore messinesi che ha esposto i suoi quadri per quindici giorni alla Galleria d´arte "la Meridiana", la mostra di Messina, che ha riscosso un buon successo di critica e di pubblico, ha chiuso degnamente il 1990 artistico di Wanderlingh, contraddistinto dalla importanti esposizioni di Chianciano, Spoleto, Montreal e Milano.
Ritornando alla "personale" di Messina, sono state esposte una trentina di opere presentate in catalogo dal prof. Riccardo Barletta, che ha anche tenuto una conferenza sul tema.
"Il diamante e lo specchio: due modi per comprendere l´arte contemporanea". La mostra di Ranieri Wanderlingh è stata realizzata con il patrocinio della Provincia regionale di Messina, che da qualche anno sponsorizza i migliori artisti locali.

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Gazzetta del Sud
30 Novembre 1990
Arte e cultura
Wanderlingh alla galleria La Meridiana

Sarà inaugurata domani alla Galleria "la Meridiana" di Messina, alle ore 18, la mostra personale di Ranieri Wanderlingh intitolata "Messaggi dell´anima", che resterà aperta fino al 16 dicembre.
Domenica nei saloni del Circolo della Stampa, alle ore 17, il critico e studioso d´arte milanese Riccardo Barletta terrà una conferenza dal titolo "il Diamante e lo Specchio: due modi per comprendere l´arte contemporanea". Nel corso dell´incontro verrà proiettato anche un video.
La mostra è stata realizzata grazie al patrocinio della Provincia regionale che da qualche anno sponsorizza le migliori energie artistiche della nostra città. Saranno esposte 32 opere recenti di Wanderlingh: 20 olii, 10 tempere, e due "assemblage".
L´artista peloritano non esponeva a Messina da diversi anni, mantenendo, comunque, in questo periodo una effervescente attività artistica con mostre a Spoleto, Chianciano, Milano e Montreal.
Ranieri Wanderlingh segue la via dell´avanguardia pittorica. I temi dei suoi quadri si rilevano dall´osservazione della realtà contemporanea in una visione umanistica senza maschere e censure. Per la mostra di Messina è stato anche edito un catalogo, con illustrazioni in bianco e nero e a colori, che contiene un interessantissimo saggio critico del prof. Barletta.
"Il metodo di lavoro di Wanderlingh - scrive Barletta - consiste nell´accertare la pulsione che lo porta alla "visione". Il dipinto nasce veloce, magari alle tre di notte, senza un bozzetto o una predisposizione mentale. È come una trance, che lo spinge ad accostare pervicacemente colori a forme e forme a colori. Lo sfaccettato iter pittorico di Ranieri Wanderlingh - continua- fin qui delineato sta a dimostrare una bruciante ricerca... in un discorso immediato e senza filtri troppo intellettualistici".

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Giornale di Sicilia
27 Dicembre 1990
Cultura e Società
Alla Meridiana di Messina "Wanderlingh"

Messina - Ranieri Wanderlingh - non tragga in inganno il cognome perchè nato da genitori italiani, di Messina il padre di Latina la madre - comincia ad apparire sulle scene d´arte cittadine otto anni fa quando ha solo 21 anni. Al suo prime vernissage, impressionano favorevolmente la geometrizzazione delle immagini, l´armonia delle composizioni/scomposizioni, i colori stesi sulla tela con pennellate delicate e affinate, da far pensare subito ad un suo accurato studio dei grandi maestri del Bauhaus, Kleen e Kandinskij. Che ha fatto poi Wanderlingh, visto che è partito da dove molti da dove sperano di arrivare? Ha provato a ripercorrere alcune esperienze americane dell´"action paintigh" con chiari riferimenti al suo massimo rappresentante Pollock, impantanandosi via via in una sorta di "graffitismo", caratterizzato da minuziosi segni labirintici in bianco e nero, rivelatori quasi d´una strada senza sbocco. Adesso Wanderlingh, dopo un intenso e fecondo periodo dedicato alla ceramica, ha ripreso a macerare sulla tela oli, acrilici e tempere, esponendo in questi giorni alla Galleria "La Meridiana" la sua recente produzione, carica di frenesia del fare, che ha già toccato vari centri, come Chianciano, Spoleto, Montreal e Milano.
Sono dei dipinti quelli di Wanderlingh, in particolare quelli intitolati "Donna in poltrona", "Cuore nero", "Uomini politici", segnati da una potente carica neo-espressionista, trasudanti in senso tragico della vita e della morte, con netti richiami ed alcuni notissimi espressionisti nordici (Munch, Pechstein e in particolare Nolde) che si caricano di una nuova elettricità ora spigolosa e grottesca, ora ironica e caricaturale. In tal senso si notino i visi puntuti di alcuni autoritratti e altre opere("Stimoli" o "La Farfalla"), i cui nasi risultano pinocchieschi e gli occhi felini emanano dei raggi laser.
In definitiva una pittura in via di ridefinizione, messa in atto con grande vitalit& gestuale, forse anche con la violenza di un Appel, i cui colori si diffondono freneticamente e nervosamente con movimenti sinusoidali e spiraliformi, da ricoprire tutte le superfici delle tele, all´interno delle quali s´intravedono rudimenti o larve di figure umane, dall´aspetto drammatico, sogghignante, beffardo.

Gigi Giacobbe
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Gazzetta del Sud
12 Dicembre 1990
Arte e cultura
Wanderlingh, viaggio nella verità

...Parafrasando Barthes, non il piacere del testo, ma semmai dell´intervento - oltre al dovere di cronaca - mi spinge a svolgere alcune considerazioni a margine della mostra di Ranieri Wanderlingh, intitolata "Messaggi dell´Anima", presso la Galleria la Meridiana.
Ció perchè prima di vederla, si era sparsa la voce in città che si trattava di una brutta mostra di sculture. Allora il cronista non puó fare a meno che testimoniare ció che ha visto e di rettificare gli eventuali equivoci. Innanzitutto, si tratta di una mostra di opere in pittura (le ultime prodotte da Wanderlingh), e qualche scultura peraltro accettabilissima è stata inserita nella mostra solo come "contorno". Quanto a Wanderlingh credo che non c´è dubbio che si tratta di uno dei giovani (quasi trentenne) pittori messinesi piú conosciuti (egli opera da quasi un decennio) e non solo a Messina, ma anche in campo nazionale (ne sono prova le recenti mostre di Chianciano e Spoleto), e all´estero (Montreal)- e lo sarà presto anche in America ( dove a quanto pare le sue opere sono accolte con grande entusiasmo, data l´affinità col backgraund della pittura giovane statunitense).
Mi sono di recente occupato di Wanderlingh, presentandolo insieme a Teresa Pugliatti in un catalogo intitolato "Viaggio oltre l´astratto" ed, allora, credo opportuno effettuare alcune precisazioni a scanso di equivoci o fraintendenti, che potrebbero essere ingenerati dalla mostra attuale.
Wanderlingh propone alla Meridiana opere appartenenti all´ultimo periodo(1989-1990), quelle appunto di cui io stesso mi ero occupato ed, allora, cognita causa posso dire che tale mostra nulla di nuovo propone rispetto a quanto Teresa Pugliatti ebbe a dire nella circostanza precedente e cioè che nelle opere attuali si puó riconoscere "un tipo di comportamento creativo: quello di una certa pittura statunitense, libera e aggressiva...".
Quanto me - muovendomi nella scia indicata - avevo aggiunto allora e ribadisco oggi che si potrebbe parlare - se si vuole definire il periodo creativo attuale - di "espressionismo psicologico" (e non "psicotico" come dice il presentatore in catalogo Riccardo Barletta!).
Ció premesso, non ritengo pertanto di poter condividere il titolo - scelto probabilmente da Barletta - della mostra del "La Meridiana" e cioè "messaggi dell´anima", proprio perchè può essere soltanto fuorviante (io parlerei diversamente di "messaggi del corpo" per identificare l´attuale carica di vitale creatività dell´autore).

Luigi Natoli
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Gazzetta del Sud
20 Marzo 1991
Opere di tredici artisti in mostra a Manhattan

Si è aperta ieri a New York nella Pyramid Gallery nel famoso quartiere di Soho a Manhattan, una mostra di pittori siciliani dal titolo "Figurative art in today´s Sicily" (L´arte figurativa nella Sicilia di oggi) che si concluderà il 30 marzo. L´esposizione, patrocinata dalla Regione siciliana, è stata richiesta dalla Gemsyn research associates che agisce negli Stati Uniti per conto della That´s Sicily, organismo che promuove lo sviluppo in Sicilia.
L´organizzazione in Ialia è invece della Sugarcubes Messina di Paolo Oscar Soranidis, con la collaborazione di Programma Arte di Milano e di Adimmagine e Officina 1892 di Messina.
Sulla mostra è stato edito un catalogo con presentazione di Riccardo Barletta, critici d´are milanese Tredici gli artisti presenti all´esposizione, ognuno con due opere. Come scrive Barletta nella presentazione dal titolo "Pittori siciliani del dopo-Guttuso": "La Sicilia è uno dei centri dell´umanità in cui l´arte si è sviluppata fin dallÂantichitè". Nel suo excursus storico - artistico, Barletta parte dai micenei e dall´influenza greca dell´VIII sec a. C, fino ad arrivare a Guttuso, passando per l´epoca romana, il cristianesimo, l´arte bizantina, musulmana, rinascimentale, barocca e il verismo ottocentesco. La mostra intende dare al pubblico americano un panoramica di alcune personalità di artisti figurativi siciliani che stanno costruendo nuove espressioni culturali, legate ad una visione meno superficiale e scontata del mondo.
Profondità di contenuti, dunque, è una chiave di lettura improntata alla chiarezza e leggibilità dell´opera d´arte.

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Gazzetta del Sud
12 Aprile 1991
Si è conclusa con successo la mostra a Manhattan Piaciuti i Siciliani a New York

Si è conclusa a New York, riscuotendo siceri consensi, la mostra di pittori siciliani dal titolo "Figurative art in today´s Sicily" (L´arte figurativa nella Sicilia di oggi) che per dodici giorni è rimasta in esposizione presso la Pyramid Gallery, nel quartiere di Soho a Manhattan.
Si è trattato di un grosso successo, per l´interesse che ha suscitato l´iniziativa in una città che di per sè è già ricchissima di avvenimenti culturali.
Tredici erano gli artisti siciliani ad esporre le loro opere. L´affluenza di pubblico è stata imponente e i commenti lusinghieri, come testimonia, d´altronde, il libro delle presenze.
Il taglio che si è voluto dare alla mostra è stato efficace perchè è stata presentata una pittura tutta italiana che si è distinta rispetto alle creazioni americane. Indovinata, inoltre, si è rivelata la scelta critica delle opere in mostra curata da Riccardo Barletta.
Puntuale l´organizzazione per l´Italia coordinata da Paolo Oscar Soranidis (Sugarcubes). Con Ranieri Wanderlingh, uno dei tredici pittori, invitato per tutto il periodo della mostra a presentare i suoi quadri, abbiamo parlato di questa esperienza. "Ricchissima di contenuti. È stata messa in risalto la parte piú nobile della cultura pittorica siciliana che per la sua peculiarità è risultata una novità rispetto alle tendenze artistiche del posto". "Per quanto mi riguarda piú da vicino - ha continuato - mi sono reso conto personalmente che al Museo di Storia Naturale di New York ci sono delle maschere rituali indiane simili alle mie opere che hanno colpito soprattutto i giovani americani".
Oltre a Wanderlingh, tutti si sono ritagliati il loro spazio...

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La Sicilia
26 Marzo 1991
Alla Pyramid gallery di New York mostra sull´arte figurativa siciliana Quelli dopo Guttusu
"Un viaggio di Ulisse per i magnifici tredici"

Si è aperta giorno 19 a New York, presso la Pyramid Gallery nei quartieri di Soho a Manhattan, una mostra di pittori siciliani, "Figurative art in Today´s Sicily" ("l´arte figurativa nella Sicilia di oggi"). Patrocinata dalla Regione Siciliana, organizzata negli Stati Uniti per conto di un´organizzazione "That´s Sicily", che promuove lo sviluppo turistico della Sicilia, e in Italia, oltre che da alcune associazioni milanesi dalla "Sugarcubes" di Messina, con contributi anche delle messinesi "Officina 1892" e "ad immagine", l´esposizione resterà aperta a New York fino al 30 marzo, per poi essere allestita a Milano e a Roma ed approdare infine, in una forma ampliata, in Sicilia, a Palermo in ottobre.
Si tratta di tredici pittori siciliani, ciascuno presente con due opere, e precisamente di Alberto Abate di Catania, Alfio Cristaudo, Paul Pennini e Rosario Tornatore di Acireale, Salvo Russo di Acicastello, Bruno Samperi , Ranieri Wanderlingh, Maria Abbadessa (unica donna), Fabrice De Nola di Messina, Bobo Otera messinesi d´adozione, Filippo Pansecae e Saverio Terruso di Palermo, Gaetano Tranchino di Siracusa... Anche Ranieri Wanderlingh concorda sulla definizione innanzi tutto di una pittura di qualità: "devo dire che questa mostra è stata preparata in tempi molto brevi, ed è stata possibile anche per il grande entusiasmo che ci ha coinvolti un pó tutti. I mie dipinti, come quelli di Bobo Otere d´altronde, si puó dire che si situino al limite dell´astrattismo, come pure quelli di Bruno Samperi al limite dell´informale; credo comunque, che pur nella modernità che contraddistingue la nostra ricerca, rientriamo tutti bene in questa mostra di "pittura classica".
In questo momento di grande confusione nel mondo dell´arte in relazione alla definizione stessa di arte, in parte causata dalla prospettiva concettualista, penso che anche questa mostra possa costituire un´occasione di confronto, di riflessione per fare chiarezza su questi temi. Ritengo fermamente poi che una "linea siciliana" effettivamente esista e sia da ricercarsi nel significato, nello spirito, non folcloristico o di superficie di cui forse l´ha legata una certa interpretazione del pur bravissimo Guttusu, quasi da cartolina; nello spirito proprio della condizione umana che contraddistingue la nostra sicilianità, nella drammaticità che le è propria. Il mio è una sorta di espressionismo psicologico, che trova le sue connotazioni essenziali nell´uso dei colori fortemente mediterranei, di luminosità siciliane, colori che kandinskyanamente parlano da sè nelle forme piú enigmatiche o simboliche come nelle piú esplicite tonalità metropolitane. Mi piace poi dare una chiave di lettura suggestiva dellàintera mostra, che si puó ottenere osservando la maggior parte dei quadri riportati nel catalogo:costituiscono come tanti tasselli dei viaggi di Ulisse, da un´immaginaria Itaca di partenza nell´opera di Terroso, all´ignoto e all´infinito cui rimanda il quadro di Saperi, al mio "viaggio", alla montagna sacra di Otera, all´esplicito Ulisse di Tranchino, al minotauro-Polifemo di Abate fino alla stanza di coscienza di De Nola; è un pó anche uno scavare alle nostre radici"...

Enrico Giannetto
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CATALOGO MOSTRA: "PITTURE"
22 Dicembre 1991 - 22 Febbraio 1992
Atelier sul Mare Fiumara d´Arte Castel di Tusa (ME)

Il mio cammino dell´arte, come ho già avuto occasione di dire, è stato una galoppata entusiasmante alla quale mi sono abbandonato con una gioia estrema.
Durante la realizzazione delle megalitiche opere di Fiumara d´Arte nasceva l´Atelier sul Mare, albergo-museo concepito, non come scatola museale, ma come luogo dove l´arte entra nella vita, anche in maniera trasgressiva. Tutti i luoghi sociali dell´albergo sono utilizzati per ospitare mostre, si crea cosí un dialogo immediato con la gente che fruisce di questi spazi, dove il linguaggio dell´arte è immediato ed emozionante.
È vista in questo senso la mostra di Ranieri Wanderlingh, ulteriore occasione di una risposta concreta della mia disponibilità a giovani artisti siciliani.
Questa mia disponibilità assoluta e pura ha creato a volte dei malintesi, ma io resto certo della mia onestà intellettuale. Conosco Ranieri Wanderlingh da molti anni e ne ho sempre apprezzato l´energia e la vitalità espressa nel gesto di forti tratti che sembrano segnare il confine di questa follia dell´uomo che è l´esistenza.
Osservando le opere di Wanderlingh, attratto dai suoi colori, mi sovviene una frase: io sono nato per rinascere, non per morire. L´augurio che faccio al giovane pittore, da vero amico, è che continui il viaggio nell´arte con lo stesso entusiasmo, testimoniando, in un momento di grande confusione e perplessità che sta vivendo l´uomo artista, l´arte come messaggio di vita e non di morte.
Tutta l´attività della Fiumara è rivolta a questa lettura: il segnale dell´arte come emozione della vita

Antonio Presti
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La Sicilia
24 Dicembre 1991
Tusa - L´Atelier sul mare ospita una personale di pittura e maioliche
"Oltre l´Astratto" Mostra di Wanderlingh a Fiumara d´Arte

Castel di Tusa
Durante la realizzazione delle megalitiche opere di Fiumara d´Arte nasceva e Castel di Tusa l´Atelier sul mare, albergo-museo concepito, non come freddo contenitore di oggetti artistici, ma come luogo dove l´arte entra nella vita, anche in maniera trasgressiva.
In questo contesto fisico ed ideale, si inserisce l´opera di Ranieri Wanderlingh, che ha inaugurato, nell´ambito di Fiumara d´Arte, una personale di pitture e maioliche. L´itinerario dell´artista è complesso: partito da una pittura figurativa, surreale ed espressionista, dopo una successiva fase neocubista e futurista, è approdato all´astratto. Significativa per comprendere l´attuale fase, la mostra intitolata "oltre l´astratto", svoltasi a Spoleto, Chiancianoe Montreal durante l´estate del 1990.
In essa l´artista mette in luce la volontà di superare l´astratto in pittura come nella vita. L´esigenza di scoprire valori reali. "Abbiamo per il contatto con la nostra essenza originaria, quindi ci troviamo di fronte ad un muro che ci separa dagli altri" afferma l´artista.
"Prendere coscienza del muro e cercare di distruggerlo è uno degli scopi che mi prefiggo, anche se il cammino è molto difficile, proprio perchè sono le convinzioni sociali che di volta in volta mascherano questo stato di cose". Nelle opere di Ranieri i colori sono vivi, solari, propri della terra siciliana, ma manifestano anche la forte emozione che c´è dentro di noi. Il ritorno alle figure è un´esigenza di chiarezza voluta dall´artista, per rendere la sua opera accessibile e non elitaria. I temi non sono necessariamente universali, ma sono tutti impregnati dell´esigenza di essere nel mondo, nella vita di ogni giorno. Dalle opere traspare la grande attenzione per il singolo, nella convinzione che dentro ognuno di noi c´è il cosmo e l´artista sembra coniugare il micro con il macro-cosmo nell´incessante ricerca della verità.

Giuseppe Scaffidi Fonti
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Dalla rivista "Parentesi"
L´inconscio come quadri infiniti 1991
MOSTRE -Ranieri Wanderlingh a Castel di Tusa, Fiumara d´Arte

Dal 22 dicembre 1991 fino al 22 febbraio, le "Pitture" di Ranieri Wanderlingh sono rimaste esposte presso l´"albergo-museo" Atelier sul mare della Fiumara d´Arte a Castel di Tusa.
Il trentunenne artista messinese, pittore e scultore, impegnato da sempre anche nell´artigianato,- la sua prima mostra risale all´82 - , si presenta qui con una ricca selezione di opere che mostrano tutto un´iter di ricerca giunta ormai, certamente a prove di una originale compiutezza e maturità. Già nel ´90 una sua esposizione era stata allestita in Canada, a Montreal,e nel ´91 è approdato alla "Pyramid Gallery" di New York.
La pittura di Wanderlingh ha attraversato varie fasi, che, come hanno messo in evidenza precedentemente vari critici, hanno legami con il cubismo, con il surrealismo, con l´astrattismo e poi con un neo-figurativismo: da questo punto di vista, ovvero dal confronto con la tradizione codificata dalla critica, la sua opera si pone in quel contesto di ricerca, comune oggi alla maggioranza di pittori, in cui si tenta di superare un certo "impasse" dell´astrattismo, di compiere cioè - come recita anche il titolo di una sua mostra - un "Viaggio oltre l´astratto".
L´originalità della sua cifra stilistica è stata identificata recentemente in quello che si puó definire una sorta di "neo-espressionismo psicologico", soprattutto per la "violenta" intensità del gesto pittorico, dell´uso non "armonizzante", "a-tonale" - si potrebbe dire con una metafora musicale -,dei colori.
Questo tipo di lettura coglie certamente degli elementi presenti nei dipinti di Wanderlingh, ma vorrei qui esplorare una differente prospettiva.
Mi sembra, infatti, che l´attuale situazione generale d´ "impasse" attribuita oggi all´arte (pittorica, in particolare), sia innanzitutto propria della riflessione critica: si creano semprenuove "etichette", nuovi "ismi" per inquadrare, ancora da un punto di vista soggettivistico, l´arte come "teche", ovvero come prodotto di una intenzionalità di un soggetto, eventualmente collettivo, di un certo gruppo umano; ovvero ancora come continuazione (simulativa) di un rito attraverso il quale si riafferma, per narcisismo della nostra specie, il nostro possesso della natura nella mimesi dell´immagine (pittorica), rinnovando il sacrificio della "physis" sull´ "altare" - scena delle "immagini del mondo". Tale "grande paradigma" soggettivistico, a mio avviso, non tiene piú: invero, non è piú possibile spiegare gli effetti cui giunge l´arte, la pittura contemporanea, - questi e non altri, come nel caso di Wanderlingh - a partire dalla metafisica compositiva, figurativa o astratta che sia, di un soggetto. C´è una "fisica" intrinseca della pittura che riemerge nella riscoperta dell´artista che nega con la fisicità delle sue opere la metafisica dello sguardo e della visione: nella pittura è un mondo che si manifesta, è una "physis" che si manifesta di là dell´ego-centrismo del soggetto (si pensi a "Fisica e Metafisica", composizione di Wanderlingh del 1984).
La pittura non come immagine, ma come mondo; non come "teche ma come "physis". Il mondo che si dà nei quadri di Wanderlingh è quello indeterminato dell´inconscio, non quello mediato da un soggetto; quello dell´ "es", non quello dell´io.
"Viva l´Italia" del 1990. e "Il Muro" del 1991,nella diversità dei mezzi usati (olio il primo, acrilico il secondo), sono entrambi pezzi esemplari non già meramente classificabili nelle categorie estetiche di un "astrattismo figurativo" o di un "figurativismo astratto", ma che mostrano perfettamente lo scarto esistente tra visione e pittura, laddove è chiaro che è solo la misura coscienziale dello sguardo a scorgere e riconoscere forme, con un´azione - percezione intrinsecamente perturbatrice, in una pittura in cui il flusso quasi magmatico e caotico dei colori, come anche la sua profonda intensità, non è altro che l´amorfa irruenza di una "realtà" in-conscia.
E certamente non si tratta qui degli automatismi propri del surrealismo o della metodologia "paranoico-critica" di Dalí: c´è una coscienza piena di Wanderlingh nella sua pittura. Non si tratta di discutere del momento intenzionale della creatività: è l´effetto pittorico, la "dinamica" intrinseca della pittura ad essere qui del tutto distante dagli esiti del surrealismo. "Coppia con cuore" , "Maschera", "Messaggi" (tutti olii del 1991) mostrano nei tratti deformanti, della violenta deriva dei colori, non già una nuova volontà figurativo- simbolica, nè una decostruzione esterna quanto artificiale di alcune forme della tradizione secondo schemi già cononizzati criticamente nelle avanguardie storiche, ma una dinamica "enigmatica" irriducibile ad una qualunque istanza simbolico-eidetica, laddove lo sguardo non puó che registrare une "indecidibilità" assoluta della materia pittorica alle grammatiche della visione. In Wanderlingh è l´inconscio stesso della visione che si manifesta: e non puó che darsi in una serie di quadri "matericamente" in-finiti.

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NOVITÀ arte e cultura
29 febbraio 1992 Messina
EMOZIONI A COLORI ALLA FIUMARA D´ARTE

Atelier sul mare, nato durante la realizzazione di Fiumara d´Arte, si propone come centro internazionale dove l´ospite-visitatore ha un rapporto con l´arte non contemplativo o estraneo bensí diretto e coinvolgente. Ranieri Wanderlingh, trentunenne, artista piuttosto ribelle, ha esposto dal dicembre ´91 al 22 febbraio ´92 a Fiumara d´Arte dove, "l´arte entra nella vita anche in maniera trasgressiva". Sono parole di Antonio Presti che ha presentato il pittore sul catalogo della mostra.
Wanderlingh svolge da piú di 10 anni fervida attività. Risale al 1982 il suo primo successo in una mostra personale presso una importante galleria cittadina, sono seguite numerose esposizioni in diverse città come Bari, Roma, Faenza, Taormina, Chianciano, Spoleto, Palermo, Milano e naturalmente Messina, alla bottega d´arte Azimut, diventa oggi punto di riferimento per la ricerca sulla decorazione moderna della ceramica d´arte ed ha realizzato diversi murales, l´ultimo dei quali alla facoltà di Architettura di Reggio Calabria. L´anno scorso il pittore ha avuto modo di farsi apprezzare oltre oceano in significative mostre a Montreal e New York.

A settembre hai partecipato al concorso per la realizzazione di megalitiche sculture con acqua per Fiumara d´Arte, com´è andata?
"Male per tutti: un solo vincitore (tirato per i capelli seppure bravissimo) invece dei cinque previsti. Comunque è stato un bel impegno:ho realizzato un progetto che essenzializza la struttura formativa organica atta alla conservazione e all´accoglimento della liquidità, una scultura che piú che legarsi all´ambiente naturale sembrerebbe da esso stesso generata.
L´idea è stata apprezzata ed è stato bello confrontarsi con altri 250 artisti che hanno inviato i loro bozzetti dall´Italia, Europa ed America".
Come definiresti il tuo stile?
"Sono allergico al concetto di stile quando diventa etichetta. Preferisco l´elasticità, utilizzo tutti i contenuti e le scoperte dei grandi maestri del nostro secolo che prediligo, la mia ricerca è volta al messaggio essenziale: dialettico ed emozionale allo stesso tempo".
Ma non inventi nulla di nuovo?
"Reinvesto la libertà, in ogni nuovo quadro".
Come mai hai intitolato la tua mostra retrospettiva nel ´90 "Viaggio oltre l´astratto"?
"Astrarsi dalla realtà non risolve i problemi di sempre. Amo invece l´astratto in pittura perchè permette la libertà dell´emozione, tuttavia l´emozione senza la coscienza presenta dei limiti alla comunicazione; tradurrei,nell´opera artistica, la coscienza in forma o figura e l´emozione in astratto o informale pittorico. L´idea sarebbe trovare il giusto equilibrio fra i due elementi".
Fai un progetto dei tuoi quadri o li dipingi direttamente?
"Preferisco dipingere direttamene" e vorrei citare un periodo di Giulio Carlo Argan: "Portando la ricerca piú a fondo De Stael con sgomento quasi con disperazione, che nessuna idea dello spazio e della forma sopprime il problema della realtà, che si riapre angoscioso al di là di ogni sistema dato, come problema di un altro da se, irriducibile che inibisce all´artista la coscienza sicura e totale del proprio essere".
In alcune tue opere vi è un esplicito riferimento al sesso...
"Il sesso è parte importante della nostra vita, perchè nasconderlo?".
Di recente hai detto che ci troviamo di fronte ad un muro, che ci separa dagli altri...
"Il muro sta fuori di noi e dentro di noi, e ci separa dal mondo e da noi stessi. È poco utile abbellire il muro decorandolo; inutile far finta che non esiste oppure oltrepassarlo solo con la mente cercando l´assoluto fuori di noi. L´assoluto è dentro di noi, la verità sta nel nostro naso".

Gino Trapani
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Gazzetta del Sud
12 Giugno 1992
CERAMICHE D´ARTE Del Giovane Ranieri Wanderlingh

L´ultima volta che mi sono occupato di Ranieri Wanderlingh è stato nell´estate del ´90. il catalogo della mostra, per cosí dire itinerante, era intitolato Viaggio oltre l´astratto.
In quella occasione tentai di fare il punto sull´attività creativa del giovane pittore messinese pervenendo alla conclusione che dopo avere attraversato ricerche che vanno da quelle neo-cubiste alle surrealiste, alle espressioniste ed alle espressioniste-astratte, Wanderlingh si attestava in un solido punto di equilibrio artistico e psicologico.
Lo ritrovo adesso al "Bagatto" di Milazzo dove espone piati di ceramica di grandi dimensioni, nei quali si puó riconoscere la cifra artistica del pittore Wanderlingh, caratterizzata ormai da una sintesi delle esperienze sopra descritte. Con una precisazione: oltre alle forme del disegno questa specifica produzione mostra nella consistenza e nei colori il raggiungimento di una tecnica del tutto personalizzata che l´artista quasi è restio di rivelare.
Ci si puó chiedere che c´entrano le ceramiche con l´attività pittorica di Wanderlingh. In effetti si tratta di un´attività collaterale e secondaria o, come dice lo stesso artista, "di supporto" rispetto a quella pittorica.
Se si vuole, si tratta di un´attività che, iniziata con la "bottega" Azimut, cioè con una normale vendita al pubblico, vuole instaurare una diffusione dell´arte come oggetto commerciale, commerciabile, offerto direttamente al pubblico.
E´ un´operazione che, se a tutta prima puó sembrare in un certo senso dissacratoria, in realtà sganciando l´arista dal "sistema dell´arte" (critici-galleristi-protezioni a tutti i livelli) puó servire a ridare al tempo stesso all´artista autonomia e dignità e ad arricchire l´oggetto d´arte di una nuova valenza che lo rende piú vivo e piú largamente accettabile.
Su questa linea, Wanderlingh ha infatti il progetto di realizzare una mostra di pittura nella Rocca di Bazzano (un castello del XII secolo nel Comune di Bologna), esponendo 100 quadri a cento mila lire l´uno.
Ció che dovrebbe rendere l´opera, appunto, piú accessibile al vasto pubblico.
Prima di concludere mi sia consentito di dire del "Bagatto" di Milazzo, di Filippo De Gaetano e di Antonella Verzera (essa stessa artista), dove si unisce l´arte alla cucina, e dove la lista del Menu cambia ogni quindici giorni parallelamente alla mostra che vi è ospitata, e in armonia con essa. Nel caso specifico di Wanderlingh si va dall´"insalata tavolozza del pittore" alle "Crepes Juan Miró", ai "Gamberi alla Salvador Dalí", alle "Fragole alla Picasso periodo rosa".
Il connubio arte-cucina, iniziato forse a Venezia, città della Biennale, a Messina è ancora impreticato. Anzi, entrando nei nostri locali pubblici purtroppo accade spesso di vedere alle pareti oggetti che nulla hanno di artistico.

Luigi Natoli
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Presentazione mostra alla Galleria d´Arte L´Airone
12-31 dicembre 1992 Messina

Ranieri Wanderlingh presenta qui alcuni nuovi dipinti. Che sono "nuovi" perchè recenti, ma sono "nuovi" in una certa misura anche sotto il profilo stilistico; e soprattutto sono "nuovi" nell´idea che li ha concepiti e che a loro volta essi debbono rappresentare.
Wanderlingh ha pensato infatti ad una produzione di piccolo formato, e di facile acquisizione, per affermare il concetto di un´arte che sia fruibile a tutti i livelli, libera da quei valori imposti dal rapporto artista-critico-mercato, che oggi finisce per diventare un sistema rigido e vincolante sia per l´artista che per il pubblico.
Un´arte che sia facile dunque, da acquistare, ma che sia anche di immediata comunicatività.
Cosí egli ci offre una serie di immagini semplici, gradevoli, dai colori vivaci e puliti.
Ció che peró va subito chiarito è che al di sotto della serialità di questa produzione, e della sua indubbia semplicità espressiva, si cela una ricerca attenta e personale, attuata con tecnica esperta, sia nel segno che nel colore: eliminando volutamente ogni elemento prospettico e chiaroscurale, Wanderlingh si avvale di un segno sintetico che circoscrive e divide nettamente le differenti zone di colore dando loro quella proiezione su un unico piano che finisce con l´esaltare al massimo l´immagine. E i colori, che solo apparentemente sono puri, nascono in realtà da ricercate mescolanze e sono messi insieme con un attento studio di reciproci rapporti.
I contenuti, poi, sono quelli che Wanderlingh esprime da sempre: qui, apparentemente semplificate perchè espresse in immagini singole, rivediamo infatti le figure della sua fantasia: esseri umani simili ad uccelli, a cerbiatte, a pesci ed a microrganismi; e animaletti fantastici, "mostri buoni", con caratteri umani. Gli uni e gli altri sono accomunati nella visione giocosa e bonaria, ma anche ironica, che sottintende un´amara esigenza di evasione. Questa è la visione di Wanderlingh, ed è anche quella che si comunica subito allo spettatore, attraverso il dolce lirismo dei colori: il rosa, che prevale nei fondi in tutta la gamma dei suoi toni, e i verde-azzurri freschi e trasparenti degli occhi di alcuni volti che guardano stupiti e incantati.

Teresa Pugliatti
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Gazzetta del Sud
22 Dicembre 1992
Mostra di Wanderlingh a Messina
Comanda il segno

Inaugurata il 12 dicembre alla presenza di un pubblico di amici ed estimatori, la mostra di Ranieri Wanderlingh, presentata da Teresa Pugliatti, resterà aperta all´Airone di Messina sino al 31 dicembre. Ho visto di recente a Milazzo una mostra di Wanderlingh dedicata alle ceramiche ed avendone apprezzato la cifra estetica mi ero soffermato in sede di recensione sul progetto dell´artista di produrre per un vasto pubblico a prezzi accessibili. Orbene, le opere esposte nella galleria di Andrea Failla (sempre sensibile ai nuovi stimoli degli artisti e dell´arte pittorica messinese) si collocano in pieno nel suddetto progetto. Opere in prevalenza 30X30 riempiono le bianche pareti dei piccoli locali dell´Airone rispecchiando nella sua totalità il mondo artistico di Wanderlingh. Altre volte ho detto che ormai pittura e ceramica sono( con la prevalenza della prima) le due facce dell´arte di Ranieri, al puntoche la seconda ( ceramica) ha finito col fare da "supporto" prima e poi da completamento della sua cifra artistica. Vorrei brevemente soffermarmi su un concetto magari meno tecnico ( pur ricordando la ricerca originale dei colori, i rosa, i verdi-azzurri in particolare, le forme ispirate ad un mondo che si presenta se si vuole ingenuo-gioioso, ma prodotto da una maturità ormai raggiunta dall´artista): non so quanto consapevolmente o meno Wanderlingh con la sua bottega Azimut di ceramica si è messo sulle orme del mitico Picasso di Vallauris. E come il maestro spagnolo dell´arte cubista faceva ceramiche di facile commercializzazione ( insieme ovviamente a quelle di valore ), cosí Ranieri Wanderlingh ha fatto prima ceramiche per il grande pubblico e adesso quell´idea tenta di applicarla alle sue opere di pittura. C´è, pertanto, un approdo del giovane artista messinese ad un´arte per cosí dire " oggettualizzata", di facile comprensione e di accessibile prezzo. In essa c´è, tuttavia, e sempre, il mondo artistico di Wanderlingh, ormai cifra ineliminabile in quanto acquisita con l´istinto e la ragione. Mi dice Wanderlingh in galleria: " è il segno che comanda"; ed è vero perchè sul piano della percezione psicologica dell´artista, a livello cioè della corteccia cerebrale, è certamente cosí. Ma questo sentimento espresso cosi ingenuamente dall´artista non è che la parte terminale del procedimento logico-psicologico che lo ha portato a fare arte.

Luigi Ferlazzo Natoli
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ARTE & CULTURA (Messina 1992)
Rivalutazione dei beni culturali ed ambientali e recupero degli spazi inutilizzati
Ambizioso programma del "Gruppo ´90" di Dimitri Salonia

...E si discuteva pure della personale di Ranieri Wanderlingh, che si era appena inaugurata in un galleria cittadina, e si cercava di delineare i termini del rapporto tra invenzione e tecnica espressiva. Ci si domandava se, a prescindere dalle situazioni di sintesi (certamente ideali!), fosse lecito ritenere arte le novità e le trovate che non si aggancino alla padronanza della tecnica pittorica; di quella tecnica, per intenderci, che si possiede per innate predisposizioni e che consolida con l´esercizio estenuante e continuo dell´operare con umiltà davanti al cavalletto. Nel mio intervento ho cercato di precisare che mille sono le sfaccettature attraverso cui si estrinseca e si percepisce la produzione d´arte e che sarebbe eccessivamente riduttivo tracciare una linea di marcazione tra estro inventivo e padronanza tecnica, che invece sempre coesistono anche in proporzioni differenziate.
Diversamente, ci troveremmo costretti a rivedere il concetto stesso di arte. E poi, a rifletterci, quel Wanderlingh, che a mio giudizio si presenta come anello di congiunzione tra la nostra realtà grafico-pittorica e quella di oltre mare, una tecnica deve pur possederla se segmenta gli spazi, traccia i segni, combina i colori, ottiene pulizia e luminosità in modo da svelarci l´anima di Picasso e Braque, di Chagal e Klee e da farci respirare atmosfere metafisiche e concettuali che ci proiettano verso il terzo millennio...

Pepè Spatari
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Presentazione alla mostra al Teatro Vittorio Emanuele
30 aprile - 10 maggio 1994, Messina

Dall´astratto al post-figurativo
Il momento che sta attraversando la pittura in campo internazionale, europeo, italiano puó essere indicato, con terminologia mutata dall´economia, come "ripresa".
Contrariamente a quanto si affermava da certa critica a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, e cioè che si stava vivendo un momento definibile come "morte dell´arte", il vero arresto nella creatività artistica, e negli impulsi elettrici che dimostrano la vitalità di un soggetto, si è verificato successi-vamente, all´inizio (grosso modo) degli anni Novanta.
Ció premesso, e facendo riferimento all´esperienza italiana, si è assistito in tale fase alla contestuale crisi del mercato soprattutto dei due soggetti offerenti dell´opera d´arte, e cioè degli artisti e dei critici (poche mostre di grandi nomi, ormai passati alla storia dell´arte del Novecento, e nessuna novità rilevante. Adesso, se non vedo male,c´è una "ripresa" in atto, ma a patto che sorga una Nuova Critica in grado di capire che la creatività artistica si puó riscontrare in "periferia" e non al "centro". Fuor di metafora, bisogna percorrere la provincia per scoprire le nuove pulsioni della pittura contemporanea verso il 2000.
Il lungo preambolo mi consente, ora, di sottolineare che Ranieri Wanderlingh ha attraversato solo parzialmente lo stop che hanno vissuto tutti gli artisti, per ripartire con nuova lena nel suo percorso. Le opere esposte (in prevalenza volti femminili) hanno abbandonato ogni sovrabbondanza o molteplicità segnica, raggiungendo una semplificazione altamente indicativa: di una metabolizzazione della lezione picassiana, di una matura utilizzazione dell´insegnamento di Haring (entrambi gli artisti citati sono presenti nella sua pittura), per approdare a quello che potrebbe essere considerato il nuovo "ismo" del 2000, che definirei come un post-figurativo. Nel senso che la sua sintesi lineare, dando luogo ad uno stilizzato schematismo dell´immagine, supera il figurativo in nome della raffigurazione dei suoi "simboli".

Luigi Ferlazzo Natoli
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Una mostra che "urla"

Con opportuno, se non addirittura necessario, tempismo ci giunge questa mostra di Wanderlingh. In un momento cioè in cui si registra una quasi totale sordità alle istanze del mondo intellettuale (e quindi artistico), Ranieri Wanderlingh si esprime, si puó dire, "urlando": queste immagini dai colori brillanti, di grandi dimensioni, impongono a gran voce e strepitosamente la loro presenza.
Importante è dunque il loro aspetto comunicativo, ma certamente non è il solo. Ci si deve chiedere infatti che cosa queste immagini comunicano.
Wanderlingh, riducendo al minimo i segni che compongono le sue figure (sempre quelle di personaggi femminili, o di strane bestioline, mostriciattoli) ha voluto creare delle figure-schema, astrazioni di quelle reali e al tempo stesso simbolo della loro essenza concreta. Ci viene in mente, al proposito, come ai suoi inizi, l´arte astratta fosse definita proprio "arte concreta", perchè tendeva ad esprimere appunto l´essenza delle cose e non la loro apparenza, che puó essere ingannevole ed illusoria.
Queste figure, infatti, che offrono al nostro sguardo le loro forme semplificate, che ci guardano dalle pareti con i loro grandi occhi, affermano con forza una loro indubitabile esistenza; e il superamento della visione naturalistica, liberandole dagli elementi superflui di contorno, le pone in una sorta di "mondo delle idee" nel quale rilevano solo i loro caratteri primari.
La linea purissima, dal tracciato sobrio e sicuro, il colore pulito, concorrono ad esprimere l´idea del pittore, che cosí diventa tutt´uno con l´immagine.
Va detto che in questo ultimo raggiungimento di Wanderlingh si legge l´esperienza "pop", con la sua esaltazione della civiltà pubblicitaria: ed è appunto qui che esso collima con la cultura della comunicazione, ma al tempo stesso la supera, sia nella sofisticata ricercatezza formale che nei contenuti, che a questa pittura danno forza espressiva e quindi validità artistica.
Rimane ancora da dire che si tratta di una mostra godibile, per i suoi valori anche gioiosamente decorativi: del resto, il simbolismo storico di fine Ottocento, primi del Novecento, proprio dietro l´aspetto decorativo celava i suoi significati piú profondi e inquieti.

Teresa Pugliatti
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La Sicilia
5 Maggio 1994 Messina
Inchieste nuovi talenti tra tele e pennelli.
La pittura del 2000
Critiche positive sui quadri di Ranieri Wanderlingh

"La mia pittura esprime la voglia di comunicare al di là del valore intrinseco del quadro. E´ un viaggio oltre l´astratto, come hanno teorizzato Teresa Pugliatti e Luigi Natoli, che mi hanno seguito e compreso da molti anni. Superando l´astratto, che ho sempre presente come esperienza, nascono figure che erano in luce, nel "nuovo figurativo" che parte dall´anima".
Ranieri Wanderlingh, 33 anni, ci racconta la sua pittura, il suo percorso artistico iniziato nel 1982 a Messina, con una personale alla galleria "Il Mosaico" per arrivare passando da Bari, Roma,Faenza, Chianciano, Spoleto, Milano, Montrel, New York alla mostra personale, inaugurata sabato scorso al Teatro Vittorio Emanuele, dove, fino al 10 maggio, si possono ammirare le opere della sua produzione piú recente.
"Wanderlingh scrive Teresa Pugliatti sul depliant di presentazione riducendo al minimo i segni che compongono le sue figure (sempre quelle di personaggi femminili o di strane bestioline-mostriciattoli) ha voluto creare delle figure-schema, astrazioni di quelle reali ed al tempo stesso simbolo della loro essenza concreta".
"La linea purissima prosegue Teresa Pugliatti dal tracciato sobrio e sicuro, il colore pulito, concorrono ad esprimere l´idea del pittore, che cosi diventa tutt´uno con l´immagine".
Immagini fresche, coloratissime, ottenute con l´uso di tinte pure senza riflessi tonali, racchiuse in spesse linee nere che, senza soluzioni di continuità, semplificano in un linguaggio immediato, comprensibile a tutti, idee, simboli, stati d´animo. Esprimono, inoltre, il bisogno primordiale di sognare.
Ed è significativo rilevare come, la sera dell´inaugurazione piccoli visitatori siano rimasti affascinati e piacevolmente sorpresi nel vedere raffigurato il "loro mondo", fatto di soli che ridono e di tenere deformazioni umane ed animali: ecco il re; qui c´è un bel gatto; lí un polipetto dall´occhio vispo e furbo e qui un signore strano dalle orecchie grandi...
E, le figure femminili di Wanderlingh che si possono definire a meta strada fra Picasso e Matisse sono frutti di una ricerca plastica sulle possibilità costruttive o portanti del colore, inteso come elemento strutturale della visione.
Cromatismo che Wanderlingh abbandonerà soltanto nell´ 83, quando la sua produzione si orienterà verso la Transavanguardia del "graffitiamo" in bianco e nero, alla maniera delle minoranze di colore delle grandi città americane, che si esprimevano ,mediante un codice estremamente sintetico: fenomenologia artistica, procedeva peró autonomamente e, nei contenuti, antiteticamente all´ opera di Keith Haring, cui è stata spesso accostata (ma è piú presente Ange Leccia, se proprio si vogliono fare riferimenti).
In questa Transavanguardia, Wanderlingh ci sta nella misura in cui essa propone sperimentazione e tradizione, cultura e popolare, "in un opera che utilizza gli stili dell´ arte come " Ready - Made", forme rintracciate attraverso la memoria e liberamente riconvertite nell´ opera", afferma Achille Bonito Oliva. Di questo periodo, scrive anche Teresa Pugliatti, "via via il segno bianco e nero si infittisce, si meccanizza sino al raggiungimento di un effetto "optical".
" Tuttavia aggiunge anche all´ interno di questa rigorosa tessitura apparentemente astratta, si possono distinguere le ricorrenti forme (qui simili a pupazzetti, ritagliati in serie su carta piegata). Il disegno si sviluppa spontaneamente ed istintivamente, ma esso occupa la superficie rispondendo a precise norme di equilibrio costruttivo: è l´ incontro tra il caos e la ragione ordinatrice, ma anche, come dice Ranieri Wanderlingh, tra ragione e fantasia".
Da questo astrattismo, introspettivo, inconscio, l´ artista recuperava appunto attraverso il "superamento dell´ astrazione" la "figura", in un senso piú umanistico che deriva dalla tradizione e dalla cultura europea. Ed eccoci, quindi, a queste grandi e piccolissime tele del Vittorio Emanuele, con volti dominanti a tutto campo, col colore che tracima sui bordi e rifiuta, perció, la cornice, con un´ intelaiatura essenziale fatta di linee, che puó anche ricordare la grafica fumettistica e pubblicitaria.
Scrive bene, in proposito, Luigi Ferlazzo Natoli quando osserva che "le opere esposte( in prevalenza voliti femminili) hanno abbandonato ogni sovrabbondanza o molteplicità seniga, raggiungendo una semplificazione altamente indicativa, per approdare a quello che potrebbe essere considerato il nuovo " ismo " del Duemila, che definirei come un "post - figurativo".
" nel senso" prosegue Ferlazzo Natoli "che la sua sintesi lineare, dando luogo ad uno stilizzato schematismo dell´ immagine, supera il figurativo in nome della raffigurazione dei suoi simboli ".
Una pittura, questa di Wanderlingh, permeata anche di decorativismo, ma non nel senso negativo del termine perchè come ha fatto ha rilevare Teresa Pugliatti, " rimane ancora da dire che si tratta di una mostra godibile, per i suoi valori anche gioiosamente decorativi: del resto, il simbolismo storico di fine Ottocento e dei primi del Novecento, proprio dietro l´ aspetto decorativo, celava i suoi significati piú profondi ed inquietanti ".

Antonino Principato
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Da giornale "L´isola" Le Colonne D´Ercole
Appunti di cultura e umanità varia, 6 Maggio 1994
L´eclettico Wanderlingh

Un´ondata di vivacità ha invaso le sale del pianterreno del Teatro Vittorio Emanuele. Dopo traballanti installazioni, geniali artisti tendenti al multimediale, scultori già visti, bravissimi pittori e qualche pasticcione, approda all´iniziativa Opera al Centro Ranieri Wanderlingh. Pittore oltre che ceramista e decoratore, l´artista peloritano ha portato con questa sua personale una nota di colore quasi estranea a quanto visto fino ad ora. Per chi conosce l´immediato passato di Wanderlingh, questa esposizione apparirà molto piú chiara. Poco piú di un´ anno fa, infatti, l´artista aveva incominciato a realizzare, quasi in serie, dei quadretti di piccolo formato: si trattava, per cosí dire, di un´operazione artistico - commerciale di buon livello e dai contorni simpatici. Ora, alcuni di quei quadretti sono stati portati in grandi dimensioni dal pittore come ulteriore passo nella propria ricerca personale. Si tratta di opere, a prescindere dal formato, caratterizzate da una sintesi lineare e da una pulizia formale notevoli. La gamma cromatica, vivacissima, conferma ancora una volta il grande senso del colore dell´artista.
Alcuni aspetti della mostra, peró, non ci hanno convinto del tutto.
A nostro avviso i dipinti hanno perso molto nel cambio di dimensione; è pure vero che lo spazio espositivo li ha un po´ sacrificati, come del resto la pessima illuminazione, ma l´eccessivo ingrandimento ha in gran parte fatto apparire queste opere poco equilibrate dal punto di vista compositivo. E´ da rilevare, comunque, che ció non puó essere esteso genericamente a tutti i grandi dipinti, alcuni dei quali veramente piacevoli ( vedi, per esempio il Nudo entrando a destra ).
Uno dei problemi è che chi ha visto queste opere alla dimensione originale non puó non notare un certo indebolimento dovuto sia ai motivi detti sopra, ma anche al fatto che, in fin dei conti, esse non costituiscono una creazione originale ma soltanto una riproduzione al "pantografo".
Secondo noi, quindi, l´aspetto piú interessante della mostra è costituito dai quadretti di piccolo formato. E´ in questi che si trova appieno il vero artista, la sua spontanea essenza, la sua maggiore creatività. E´ Wanderlingh, almeno nella fase attuale, un pittore carico di elementi positivi e di ottimismo, che portano al buon umore chi guarda le sue realizzazioni.
I soggetti scelti, che poi sono gli stessi per tutti i formati, provengono dall´ego dell´artista, che sembra attingere a piene mani anche dalla Pop art; sono, come li ha definiti una volta Teresa Pugliatti, "mostri buoni", animaletti, soli sorridenti, piccoli fantasmi, che sembrano tutti usciti dalla pubblicità di un detersivo degli anni sessanta. E´ anzi tutto il modo attuale di esprimersi dell´artista che, a nostro avviso, sembra trarre spunti dalla sua stessa fanciullezza da un´epoca dove graficamente si parlava come lui fa ora.

Daniele De Joannon
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Da giornale "L´isola"
Precisazione d´Artista

Sul vostro giornale, del 6 Maggio 1994, compare una recensione sulla mia mostra al Teatro Vittorio Emanuele col titolo "L´eclettico Wanderlingh" a firma di Daniele De Joannon. Lo scritto, se pur apprezzativi, per altri aspetti contiene delle affermazioni non corrispondenti a verità. E´ opportuno precisare quanto segue a tutela del mio operato e di una corretta informazione.
De Joannon scrive:"Poco piú di un´anno fa, infatti, l´artista aveva cominciato a realizzare, quasi in serie, dei quadretti di piccolo formato.". Preciso che: avevo incominciato due anni fa (nel febbraio 1992) a realizzare dei quadri di piccolo formato senza nessun procedimento in serie ovvero opere uniche, studiate e definite una ad una. Parlando delle opere di grandi dimensioni, presentate alla mostra, De Joannon scrive:".esse non costituiscono una creazione originale ma soltanto una riproduzione al "pantografo".
Dichiaro e preciso che non ho mai utilizzato un pantografo nel mio lavoro: le mie opere sono sempre state realizzate interamente a mano libera. Le affermazioni che io abbia fatto quadri in serie o usando il suddetto apparecchio sono del tutto false e diffamatorie, quindi lesive della mia immagine professionale.
Per amore del vero, lo stesso giovane critico d´arte è venuto da me personalmente, scusandosi e imputando alla troppa fretta con cui ha dovuto scrivere l´articolo, l´erroneità delle suddette affermazioni. Mi ha inoltre inviato a scrivere la presente alla vostra rispettabile redazione.

Ranieri Wanderlingh
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WANDERLINGH NEL PAESE DEI BALOCCHI
Centonove, 24 maggio 1994

Ranieri Wanderlingh in queste sue "pitture" in mostra al Vittorio Emanuele (sino al 10 maggio) sembra si sia nutrito di disneyani cartoni animati e di pregiati fumetti alla maniera di Pablo Echaurren, in particolare di quelli pubblicati otto anni fa su "Linus", incentrati sulla vita di Filippo Tommaso Marinetti e titolati Caffeina d´Europa. Invero qualcosa di futurista ce l´hanno questi dipinti di Wanderlingh. Ma sono solo delle fugaci nuances.
Coloristicamente vicine alle marionette di Depero per i suoi Balli plastici o a quelle fantasie cromatiche di Balla e Trampolini, ma visivamente piú prossime a quel pianeta multimediale, condito d´immagine computerizzata, tecnologiche e primitive. Questi dipinti di Wanderlingh, senza volerne sminuire i suoi significati, assomigliano a dei deliziosi dolcini o a dei desiderabili giocattoli: ti viene voglia di mangiarteli tutti o di portarteli subito a casa. Sono freschi, lindi, puliti. Sembrano realizzati da bambini in età pre-scolare, ricchi di spontaneità e ingenuità.
Prevalgono i colori rosa-fuxia, i turchesi, gli arancioni, i gialli, i verdi, in prevalenza triangolari, immensi in queste oceaniche tinte, hanno un aspetto birichino, monellesco, furbastro, i nasi sembrano dei "sette" o degli "uno" capovolti. Gli occhi sono a forma di barchetta e ti fissano con pupille penetranti dalle iridi azzurrognole. Le bocche sembrano dei cuori o delle corolle e le orecchie poi, se presenti, sono appuntite, mefistofeliche quasi, come in quel "diavoletto" su fondo giallo, in grado di non mettere paura a nessuno. Spicca un "nudo di donna", reminiscenza di Modigliani, dai tratti spigolosi, ossuti e sensuali simile ad una "demoiselle d´Avignon" di Picasso. C´e anche un grande pulcino nero che becca una ciotola azzurrina e si fanno ammirare una serie di piccoli dipinti che hanno per oggetto, cagnolini e pulcini indifesi, animaletti e mostriciattoli, pesciolini e neonati, uccelletti e fantasmini, tutti di gradevole effetto cromatico e oltremodo appetitosi.
Un universo di immagini in cui Wanderlingh cerca e realizza una sintesi massima. Piú interessato forse, a cogliere aspetti estetici ed estetizzanti, poetici, lirici pure. Un gusto formale piú vicino alle seriali immagini "pop" di Andy Warhol che non a quelle crudeli, tragiche, politiche di Keith Haring o di alcuni "graffitisti" degli anni Ottanta, da Mapplethorpe, a Kruger, a Sherman.
Una fissità di immagini che avvicinano Wanderlingh al disegnatore argentino Copi (pure drammaturgo) scomparso alcuni anni fa a Parigi per AIDS, creatore di quelle strip grottesche con al centro una "femme assise" (una donna seduta) circondata sempre da pulcini e altri animaletti. Una pittura, in definitiva, quella di Wanderlingh dalle connotazioni ludiche, ironiche, che puó servire ad arredare ambienti dei giorni nostri, di supporto al "design", per renderli piú vivi e allegri, piú vivaci e visibili.
Una pittura "post-figurativa" secondo Ferlazzo Natoli, che "potrebbe essere considerata il nuovo ismo del Duemila"e le cui "figure- schema"- come annota Teresa Pugliatti - sono astrazioni di quelle reali e al tempo stesso simbolo della loro essenza concreta".

Gigi Giacobbe
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Gazzetta del Sud
A Messina la "nuova pittura " di Wanderlingh
Volti femminili e piccoli mostri
10 Maggio 1994

Ranieri Wanderlingh espone sino ad oggi nel Teatro Vittorio Emanuele nell´ambitodi Opera al centro, l´iniziativa promossa dall´Ente Teatro e che è rivolta ai valori della pittura messinesi giovane e meno giovane.
L´impatto con le opere esposte è quasi scioccante, nel senso che il visitatore ha l´impressione di entrare, addirittura, in una Galleria di Manhattan. Mi spiego: le immagini suggeriscono, come sottolinea Teresa Pugliatti nel depliant di presentazione, che Wanderlingh ha senz´altro colto la sintesi dell´esperienza pop "con la sua esaltazione della civiltà pubblicitaria". L´artista, si esprime infatti, nella consapevolezza dei valori della "cultura della comunicazione, ma al tempo stesso la supera, sia nella sofisticata ricercatezza formale che nei contenuti.".
Mi diceva Wanderlingh che "è il segno che comanda", ed è vero nella misura in cui sul piano della percezione psicologica dell´artista, è certamente cosí. Ma questa percezione non è, in definitiva, che la parte terminale del procedimento logico-psicologico che lo ha portato a fare arte.
Come osservavo nella mia presentazione della mostra, le opere esposte (in prevalenza volti femminili o strane bestioline-mostricciattoli) hanno abbandonato, infatti, ogni sovrabbondanza o molteplicità segnica, raggiungendo una semplificazione altamente indicativa anche di una metabolizzazione della lezione picassiana, di una matura utilizzazione dell´insegnamento di Haring, per approdare a quello che potrei definire il nuovo "ismo" del 2000, e cioè il nuovo post-figurativo. Nel senso che la sua sintesi lineare, dando luogo ad uno stilizzato schematismo dell´immagine, supera il figurativo in nome della raffigurazione dei suoi "simboli".
Quanto alle figure, volti femminili o piccoli mostri, osserva ancora Teresa Pugliatti che Wanderlingh"ha voluto creare, appunto, delle figure-schema, astrazioni di quelle reali e al tempo stesso simbolo della loro assenza concreta. La linea purissima, dal tracciato sobrio e sicuro, il colore pulito, concorrono ad esprimere l´idea del pittore, che cosí diventa un tutt´uno con l´immagine".
Certamente l´arte, almeno questa è la sensazione che suscita la mostra, dopo un lungo stop riparte (go), a mio modo di vedere, dall´astratto verso quello che ho definito post-figurativo. Sembra proprio che dalla periferia (provincia) si assista ad una "ripresa" (termine mutuato volutamente dalla scienza economica, ma conduce nel caso specifico dell´arte e del suo mercato).
Spetta adesso ad una Nuova Critica scoprire (dalla provincia e spingere verso il centro) le nuove pulsioni della pittura contemporanea del 2000. Principato commenta la mostra osservando puntualmente che le immagini di Wanderlingh "fresche, coloratissime. implicano in un linguaggio immediato, comprensibile a tutti, idee, simboli, stati d´animo. Esprimono oltre, il bisogno primordiale di sognare".
E io aggiungo, se posso dare un suggerimento, che questa mostra merita di essere vista anche in altre località, e non soltanto della Sicilia.

Luigi Ferlazzo Natoli
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Dal giornale "L´ALEPH"
La pittura post-figurativa di ranieri Wanderlingh

Entrando alla mostra di Ranieri Wanderlingh (al Teatro Vittorio Emanuele di Messina) si ha la sensazione di passare da un universo conosciuto, stabilito, prevedibile, ad un mondo popolato da strane entità surreali, tale è il potere evocativo di queste grandi tele. Creature ironiche, divertite, assalgono la nostra fantasia immettendo nell´ambiente un flusso di energia positiva. Sembrerebbero ritratti reali di un mondo di sogno piú che di immagini sognate in un mondo reale, ed in effetti il pittore non dipinge estraendo e depurando le immagini dalla realtà, ma compie il processo inverso e, dopo un´immersione nell´astratto, egli torna al figurativo ormai libero dai condizionamenti che la realtà impone (è questa la differenza fondamentale con Keith Haring, come ha scritto Teresa Pugliatti in un saggio su Wanderlingh apparso nel catalogo della mostra chiamata appunto "viaggio oltre l´astratto"). La solarità dei colori stesi senza sfumature, la sferzante ironia che trasfigura uomini ed animali, la voluta semplificazione dell´immagine strenuamente cercata nella linea ferma e nettissima, sono gli elementi fondamentali di questo gioco e contribuiscono ad una lettura veloce, rapida, essenziale per stabilire una comunicazione in una civiltà quale la nostra che "va di fretta", come dice anche il pittore. Il messaggio deve potersi recepire immediatamente, essere uno schema, che senza dire tutto "significa" o evoca, proprio come il cartello stradale, il graffito preistorico, o ancora, e lo si è detto, come il fumetto o il messaggio pubblicitario. E se la civiltà dell´immagine rischia di sottrarre all´arte il mito dell´unicum a causa della riproducibilità tecnica, all´artista, secondo Wanderlingh, non resta che rinnegare l´unicità e non sottrarsi al rapporto con la macchina, ma farne un punto di forza per la diffusione di opere che nulla perdono delle loro qualità anche se riprodotte fotograficamente.
Il rapporto con la Pop Art sembra a questo punto innegabile, ma qui, se l´effetto è volutamente cercato, se il colore è volutamente acceso, d´altro canto è cercato anche l´accordo tra le pareti, l´equilibrio ritmico tra le zone di bianco dei volti o dei corpi delle figure, collocate sempre nella zona centrale del dipinto, e le zone in cui invece domina il colore, assoluto ma mai stridente, disposto tutt´intorno sulla tela con precisione matematica. Del resto rispetto alla Pop Art c´è anche un desiderio di caratterizzazione dei personaggi, cosí parossisticamente sopra le righe da rivelare un sottofondo inquietante, cosí come una risata eccessivamente scomposta puó rivelarsi una smorfia patetica. Piú evidenti sono invece le affinità, sia nello spirito che nello stile fatto di linee nette e volutamente semplificate, con artisti come Pablo Echaurren o ancor di piú con Javier Mariscal, nel cui percorso possiamo rintracciare opere come "Petra" del 1991 mostriciattolo straordinariamente simile a quel buffo pupazzo saltellante esposto in mostra che Wanderlingh chiama "il poeta pazzo", o ancora opere come la "Rosa de lo ventos" del 1986 o "Las Lettres" del 1987 che possiamo confrontare ai graffiti che il pittore messinesi realizzava intorno al 1984. Del resto queste consonanze tra artisti che vivono in punti diversi del mondo non è il frutto di una singola coincidenza ma sembra invece la spia di un nuovo linguaggio che sta prendendo forma e come scrive Luigi Ferlazzo Natoli si potrebbe definire il nuovo "ismo" del 2000.

Alessandra Migliorato
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ARTISTI AL MUSEO
Teatro Vittorio Emanuele
Giugno - Luglio 1994

...Quella figurazione a metà tra il graffito e il fumetto di Ranieri Wanderlingh che su un versante opposto, quasi fosse l´altra faccia della medaglia, si immerge nel presente con la stessa intensità di Panseca..

Lucio Barbera
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Dalla rivista "OIM"(ordine ingegneri di Messina)
Luglio 1995
Ingegno d´artista - Un nuovo mattone creato a Messina

Un nuovo ed originale elemento per l´edilizia, che contribuirà a far sbizzarrire la fantasia di ingegneri ed architetti.
Ranieri wanderlingh pittore; scultore creativo e poliedrico, è interessato a vari campi dell´arte applicata ed ha un´esperienza specifica nel campo della ceramica.
Quest´anno propone un´idea che, celebrando i colori e la luce, ben si presta a costruire e ristrutturare con arte. Nel mattone finestra il calore del cotto e la trasparenza del vetro si uniscono in un contesto funzionale e suggestivo, dalle infinite possibilità creative.
Una corposa cornice in ceramica, smaltata a fuoco, racchiude una resistente lastra in vetro antisfondamento o in vetro fuso; ampia è la varietà di colori e di accostamenti.
Il mattone finestra trova impiego nella architettura di esterni ed interni; è resistente, isolante, impermeabile, semplice da montare e di facile manutenzione. È adatto per la realizzazione di pareti o finestrature esterne, divisori interni, muretti, inserti, balconi e cosí via.
In ogni tipo di arredo, con il mattone finestra si ottengono effetti decorativi di grande qualità e bellezza. I prezzi, che variano secondo il modello, sono accessibilissimi. Il sistema è stato brevettato. Il mattone finestra viene attualmente prodotto e venduto a Messina.
Molto interessanti le caratteristiche tecniche: il mattone finestra misura cm. 19x19x8 cm, il vetro ha una luce di 2 cm di lato e lo spessore di 1 cm. Peso totale Kg 3,3.
È realizzato in terracotta smaltata a gran fuoco e vetro antisfaldamento o formella in vetrofusione. Disponibile in vari colori, con le due facce di differenti tinte, variamente decorato, anche nelle composizioni di vetrofusione. Sono stati progettati per finiture a vista pezzi speciali con una superficie laterale o due (ad angolo) piane e smaltate.
Si monta con giunti in opera in cemento collante. Per grandi superfici va installato un reticolo di armatura in ferro. L´impegno dell´artista nel colorare la luce è certamente interessante e costituisce un elemento importante di inventiva tradotta in realtà.

Giovanni Martella
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CATALOGO MOSTRA: "MESSINA ART PRIDE"
16-20 NOovembre 2000
RANIERI WANDERLINGH

Il bello del tempo è che consente dopo ció che non era immaginabile prima e,nel consentirlo, offre anche al presente la possibilità di contaminare ció che la Storia irrimediabilmente separa. Proprio la contaminazione, o se si vuole, la manipolazione caratterizza il lavoro attuale di Ranieri Wanderlingh che si consente il lusso di mettere in campo stili, idee e suggestioni, con la stessa casualità con cui il giocatore di scacchi, prima della partita, fa precipitare indifferentemente sulla scacchiera, re, regina, pedoni, torri e alfieri. Poi, invece, con la massima concentrazione, inseguendo un preciso filo logico, comincia la sua partita, ben pensando alle mosse da compiere. Allo stesso modo Wanderlingh il predone, getta sulla scacchiera artistica, brandelli di arte antica, una rinnovata ventata Pop, l´artificio del computer (chissà come avrebbe dipinto Cataletto se lo avesse avuto?), il precisionismo iperrealista, le possibili combinazioni di un´astrazione geometrica, il gusto straniante del collage, il piacere del dipingere, gli oggetti quotidiani, Michelangelo e il gatto. Ecco le pedine di una partita con la Storia che l´artista poi gioca con estrema attenzione, non per dare scacco matto ad alcuno, ma per riaffermare la onnipotenza della pittura e dell´artista che dalla sua finestra mentale vede un panorama infinito di immagini. E nel giocare la sua partita l´artista moderno si impossessa in primo luogo degli strumenti nuovi, posto che appare uno spreco, di fatica e di tempo, andare oggi a New York in nave, quando con il Concorde, se tornerà in pista, bastano cinque ore. Cosí Wanderlingh si serve del computer non come pennello (come fanno i protagonisti della "Plotter Art" ) ma come matita per realizzare le immagini che la sua fantasia compone, ma da qui in poi è solo elogio di pittura, di una stesura straordinariamente pulita, precisa, che avrebbe messo in crisi gli stessi iperrealisti. Si osservino i suoi "Fiori alternati" o le "Rose con pesce" : essi appartengono alla pittura e sono, dunque, per definizione, finti; ma sono talmente fatti ad arte che sembrano veri. Ecco che si delinea la personale "strategia dell´inganno" che poi si avvale di altri strumenti. Si osservi lo sguardo attento, ed appunto felino, di Felix : sembra ritagliato e oculatamente giustapposto su una superficie decorata. Ed invece è dipinto, nè piú nè meno del bambino che appare con il suo guardo implorante in "Exodus". La pittura è dunque capace di mimare anche il collage. E si osservi ancora "La Storia" in cui si fronteggiano la costruzione astratta e la testa classica. Una straordinaria capacità di mano, esibisce, dunque Wanderlingh ma, posto che mai i pezzi si muovono da soli sulla scacchiera, mostra anche una grande capacità di testa, cioè una vena concettuale che si manifesta nella impaginazione dei dipinti, nei riquadri che sembrano mettere in evidenza una parte rispetto all´altra, negli accostamenti stranianti in cui circola una divertita aria pop e, con essa, un gusto suadente e patinato tipico della pubblicità. Ecco, infine, l´idea che muove tutte le possibili pedine: un´idea metropolitana del presente secondo la quale tutte le cose del passato si equivalgono senza gerarchie, la cultura alta e quella bassa, Michelangelo e il gatto, la rosa e la plastica, il disegno e il computer, il vero e il falso. A giocare, e vincere, la partita è sempre la pittura.

Lucio Barbera
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PITTORI A MESSINA NEGLI ANNI ´70 E ´80.
Conferenza Bagheria (Pa) 2005
II Parte

I "miei" giovani
E passo ora a quelli che chiamo qui "i miei giovani": miei, perchè da me seguiti e sostenuti fin dall´inizio del loro apparire ma anche perchè amici con i quali ho condiviso, come si suol dire, gioie e dolori: impegno politico, entusiasmi e delusioni...
.Parlo per ultimo di Ranieri Wanderlingh (1961), sia perchè è il piú giovane di tutti, sia perchè si puó definire un "outsider", ovvero non ha fatto mai parte di alcun gruppo. Pittore, ceramista, mosaicista, scultore, ha intrapreso con coraggio, e non senza rischi, anche attività di produzione artigianale in proprio. Visitai, quasi casualmente, la sua prima mostra, che si tenne in una galleria privata messinese, "Il Mosaico", nell´82.
Non ne conoscevo l´esistenza e rimasi stupita. Questo giovanissimo pittore (allora aveva, se non sbaglio, 21 anni) mostrava una manualità già di assoluta sicurezza, e una fantasia libera, atipica del tutto personale. La sua pittura era popolata di strani mostriciattoli, un po´ da cartoons, ma interamente inventati da lui. Figure sub-umane, ma, come li definii piú volte quando in seguito scrissi di lui, "mostri buoni"

  • Il Magnippo, 1981, olio su tela, 70 x 70
che si muovevano in strane città dell´immaginazione
  • Per le vie della metropoli, 1981, olio e collage su tela, cm.70 x 90
oppure in spazi scanditi da sfere e da cubi
  • L´Accademia, 1981, olio su tela, 70 x 60
  • Robot, (part.), 1981, olio su tela
Da allora seguii costantemente il suo lavoro, ma senza porvi bocca: Wanderlingh, nelle sue invenzioni e nelle sue diverse tappe, era, ed è sempre stato, autosufficiente; e io mi sono limitata ad accettarlo. Ma sono stata il suo critico costante e l´amica alla quale egli mostrava tutte le sue nuove produzioni.
Nell´82, le sue figure diventano meno precisate, quasi annullate in un gioco di spazi costruiti con geometrie che si intersecano e si scompongono
  • Il tribunale, ´82, olio su tela, 60 x 80
  • Punto di vista, ´82, olio su tela, 100 x 120
  • Rapporti, ´82, olio su tela, 30 x 40
  • Tensioni, ´82, olio su tela, 80 x 80.
Successivamente, lo spazio si libera dalle geometrie e si definisce in spirali e forme piú fluide:
  • Condizionamenti, ´83, olio su tela, 100 x 120.
Dello stesso anno, e sino all´84, è la serie dei "Graffiti".
  • Graffito 2, ´83, tempera su tela, 120 x 100
  • Graffito nel graffito, ´84, tempera e smalto su tela, 120 x 100
  • Fisica e metafisica, ´84, tempera su tela, 140 x 187
  • Graffito all´Accademia, ´84, tempera su muro, 200 x 300
In relazione a questi, sorgeva la querelle se Wanderling non avesse imitato Keith Haringh.
L´affinità con i graffiti di Haring è innegabile. Tuttavia, se l´artista statunitense aveva dato vita a questo genere nell´81, va detto che in Italia se ne ebbe conoscenza non prima dell´83. Wanderlingh protestava l´autenticità e l´indipendenza della sua produzione di graffiti, e comunque gli si doveva riconoscere oltre alla sorprendente manualità, la sensibilità di cogliere quelli che erano gli umori di quel certo momento.
Da parte mia, in quella circostanza lo difesi dicendo che da sempre avevo riscontrato in lui una consonanza, direi naturale con un certo modo statunitense di fare arte: nella disinvoltura delle invenzioni, che nulla presentavano della tradizione italiana, e nell´atteggiamento di spensierata libertà con la quale affrontava, senza sofferenze interiori, il passaggio a nuovi linguaggi. Un suo modo di essere, poco italiano e per nulla siciliano o messinese.
Collateralmente continua a giocare con le figure, scomponendole in vario modo finchè diventano un groviglio di segni e colore:
  • L´uomo caffettiera, 1989, acrilico su tela, 70 x 60
  • Aiace, 1989, acrilico su tela, 50 x 50
  • Viva l´Italia, 1989, olio su tela, 50 x 50
poi comincia a ricomporle:
  • Maschera, olio su tela, 80 x 80
  • Le amiche, olio su tela, 110 x 100
Poi queste ridiventano i soliti piccoli mostriciattoli:
  • Idra, mostriciattolo dalle tre teste, acrilico su tela, 30 x 30
  • La stanza, acrilico su tela, 120 x 120
  • Strinato, acrilico su tela, 40 x 20
Finchè approda, all´inizio degli anni ´90, a una serie assolutamente atipica di ritratti di grandi dimensioni che espone in quella che intitolai, nella mia presentazione, "Una mostra che urla":
acrilici su tela, 180 x 180:
grandi facce semplificate, assurde, improbabili, aggressive e al tempo stesso, come tutte le figure di Wanderlingh, bonarie e gioiose, che guardavano il pubblico con occhi spalancati e le labbra rosso fuoco: una sorta di "espressionismo pop" che non si era ancora visto. Almeno in casa nostra.
Con questo chiudo la mia lunghissima rassegna che, come ho premesso, avrebbe potuto essere anche piú lunga.

Teresa Pugliatti
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Gazzetta del Sud
Domenica 24 Luglio 2005
Donata dalla "Gazzetta del Sud" ai messinesi Bios, la scultura-fontana alla Passeggiata a mare

La prima qualità dell´arte è arricchire di significati il luogo in cui l´opera viene collocata. La presenza di un quadro, di una scultura in un dato contesto hanno l´effetto immediato, visivo di rivitalizzare lo spazio entro cui essi vengono sistemati.
E questo vale anche per Bios, la scultura-fontana realizzata dal maestro Ranieri Wanderlingh alla Passeggiata a mare, che la "Gazzetta del Sud", dona alla città di Messina per ricordare il cinquantenario della nascita del quotidiano cittadino. L´opera sarà interamente visibile sabato 30, prima dell´apertura alle 19 della 66° edizione della Fiera Campionaria.
Una data non casuale in quanto la Fiera è l´unica manifestazione che lega la Messina attuale, apatica e svogliata, alla città, vivace e orgogliosa, che con la Campionaria si proponeva come luogo di scambio e di dialogo commerciale, quindi economico e culturale, con il mondo intero e soprattutto con i paesi del Mediterraneo.
Anche Bios si pone come luogo di dialogo, come momento dialettico spaziale e temporale tra la città, il mare e la sua storia. La collocazione dell´opera, infatti, alla Passeggiata oltre ad avere un´evidente valenza riqualificativi di uno spazio trascurato e privo di qualsiasi appeal estetico, ha il valore simbolico di porsi al confine tra la città e il mare (e quindi la sua vicenda storica) che una volta vivevano in simbiosi (comunicando anche visivamente) e che oggi si spera riprendano le fila di quel discorso smarrito tra le pieghe del tempo.
Bios, infatti, nelle intenzioni del maestro Wanderlingh, oltre a porsi come opera d´arte ambientale con una funzione fortemente sociale, cioè da fruire e utilizzare e non semplicemente da contemplare, vuol essere anche "speranza di trasformazione", cioè di impulso e stimolo, nonchè richiesta agli artisti, ai politici,, ai cittadini di uno sguardo piú attento a ció che ci circonda. Cioè, vuol essere l´avvio di quella trasformazione della città in "Museo aperto" che Wanderlingh propugna, desiderando egli che le vie e gli spazi cittadini ospitino tante opere d´arte, che diventino luoghi privilegiati di incontro e socializzazione.
Tre gli elementi che compongono la scultura-fontana: la base rocciosa deforme e grezza, da cui l´acqua viene immessa nel fuso convesso, che la trasmette in quello orizzontale concavo, che, a sua volta, la riversa nella terra che la rimette in circolo. Tutto questo a rappresentare il ciclo (ri) generatore dell´acqua. Bios in greco è vita e l´acqua simboleggia la vita, racchiudendo in sè l´elemento maschile e quello femminile.

Marcello Mento
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Gazzetta del Sud
Domenica 31 Luglio 2005
L´opera dell´artista Wanderlingh donata alla Gazzetta
Consegnata alla città la nuova fontana-scultura della Passeggiata a mare
"Bios", inno alla vita e al futuro

Bisognerebbe confrontare il prima e il dopo. Quello che c´è adesso e quello che c´era ieri (o meglio non c´era). "Bios", la scultura-fontana che rappresenta un inno alla vita, e "thanatos", la vasca morta, usata per anni dai messinesi come una sorta di grande cestino getta-rifiuti, un contenitore di cartacce, di lattine e bottiglie, una lavagna per orrendi graffiti e scritte oscene. Basterebbe solo questo semplice confronto per apprezzare il significato dell´opera dell´artista messinesi, il quarantaquattrenne Ranieri Wanderlingh, donata alla "Gazzetta del Sud" alla città.
Un´opera che si inserisce compiutamente nel contesto della Passeggiata e mare e che, di fatto, diventa il simbolo della voglia di novità e di riscatto della Messina del 2005.
"La Gazzetta ha voluto cosí celebrare i suoi primi 50 anni di vita, è un gesto di riconoscenza nei confronti dei messinesi e dei nostri lettori", ha spiegato l´amministratore delegato della Ses Giovanni Morgante, durante la breve e semplice cerimonia di consegna, alla quale hanno preso parte, tra gli altri, l´autore dell´opera, gli ingegneri Saro D´Andrea , Filippo e Antonio Rizzo, titolari dell´impresa che ha realizzato i lavori. Un´opera di grande semplicità, apparentemente, ma che ha richiesto un impegno tenace e certosino nella collocazione di quell´interminabile mosaico di ciottoli di granito. Il risultato finale è eccellente. I giudizi artistici sono sempre opinabili ma è indubbio che quella scultura-fontana rappresenti un segno forte, sia per la sua collocazione e per la funzione che è destinata a svolgere ("E´ il non soltanto per essere guardata- ha evidenziato la dottoressa Daniela Migliorato - ma per essere vissuta, la piazza che la contiene cambia in positivo, ridisegnandosi in virtú di un nuovo dialogo con l´ambiente e con il mare") sia per i suoi simbolismi e per tutto ció che incarna. "Bios" è rappresentazione della vita, omaggio alla fecondazione, finestra aperta ala futuro. È un sogno ad occhi aperti, il sogno di veder tornare alla vita gli spazi affidati al caos e al degrado, di ridare dignità e decoro ai troppi luoghi abbandonati, di sanare le ferite mai rimarginate di un territorio bellissimo ma devastato. E un sogno di riscatto e di riqualificazione urbana. Speriamo sia condiviso dall´intera città.

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RANIERI WANDERLINGH, ROMANTICISMO POP
Articolo su Le vie del centro Magazine Dicembre 2006 Messina

"L´arte è libertà, voglia di comunicare ció che si vede, ció che si pensa senza che niente o nessuno possa limitarla o, peggio, vincolarla a criteri già codificati. Deve sempre contenere un messaggio". Parola di Ranieri Wanderlingh che d´impatto e con grande vivacità risponde ad una semplice domanda "Cos´è l´arte?". Questo il primo impatto di una conversazione che, per alcune ore, inchioderà l´artista messinese davanti una scrivania. L´impeto, la voglia di parlare d´arte, della sua arte, è subito evidente e non lascia spazi ad intervalli o pause di silenzio. L´intervista a Ranieri Wanderlingh è innanzitutto una scoperta del suo speciale mondo d´artista che da oltre venticinque anni gli riempie la vita. "La passione per la pittura e per il disegno credo di averla avuta sin da piccolo. Terminati gli studi a Messina mi iscrissi alla Facoltà di Architettura a Roma che abbandonai già al primo anno tornando in Sicilia per aprire uno studio tutto mio". Che la strada dell´artista messinese fosse, in qualche modo, già scritta lo si intuisce dalla forza con cui difende proprio la libertà d´espressione. "Per quanto, ad esempio, un architetto possa essere libero di esprimere la propria libertà creativa dovrà comunque seguire degli schemi imposti dalla funzione dell´oggetto che sta progettando. L´artista, invece, non deve seguire nient´altro se non il proprio io. Gli esempi nella storia degli uomini - continua Ranieri Wanderlingh seduto nel suo studio - di "arte imposta" sono tanti. Ogni regime politico ha imposto, ad esempio, dei soggetti da raffigurare, l´arte è piena di questi esempi. Regimi comunisti o fascisti, senza alcuna differenza, hanno impedito la libera espressione e anche la chiesa ha sempre suggerito i suoi temi. L´unica cosa, invece, di cui l´artista non poteva fare a meno, in qualsiasi epoca storica, era l´impegno, la continua ricerca di quella perfezione tanto pensata e voluta". Il pensiero di Ranieri torna alla sua personale esperienza di artista ed al percorso che lo ha reso, oggi certamente, tra i pittori e scultori messinese piú apprezzati in tutta Italia. Erano gli anni 80´ quando ha inizio la sua prima fase, quella che oggi definisce come "surrealista noir". Erano gli anni delle prime vere contestazioni, quando gli uomini prendono sempre piú contatto con la realtà ed iniziano a vederne i difetti, le brutture. "In quel periodo era pesante come un macigno il disagio sociale che tutti gli esseri umani vivevano. L´uomo nell´ambiente, nelle città, in quelle metropoli che a tratti facevano paura per la loro enormità rendevano ancora piú piccolo l´uomo rischiando di soffocarlo. L´inquinamento, lo smog, i grattacieli avevano preso il sopravvento sui pensieri e sulle emozioni. "Io giovanissimo - ci dice Wanderlingh - vedevo tutto questo ed ho cercato di riportare su tela il malessere di uomini, che come me, non riuscivano a trovare il loro posto, la loro dimensione". Dopo il primo periodo "intimista", un nuovo approccio ai colori pastello caratterizza la seconda fase "una sorta di neocubismo onirico". "La delicatezza dei colori e la libera reinterpretazione dei mezzi tipici del cubismo di Matisse e Picasso mi indicano la nuova strada da percorrere. Non ho mai abbandonato, comunque, il legame con la realtà. L´artista non puó chiudersi al mondo, quasi rifiutarlo, deve al contrario avvicinarsi, viverlo completamente con tutto sè stesso". Il percorso artistico di Wanderlingh non conosce soste: nella metà degli anni 80´ è il momento di abbandonare i colori e tuffarsi in un mondo in bianco e nero. I graffiti rappresentano a pieno la voglia dell´uomo e dell´artista di lasciarsi andare, in parte di farsi travolgere. E della voglia di una ricerca continua ne è testimone la nuova esperienza di Ranieri Wanderlingh, quando si avvicina all´arte della ceramica. Un´esperienza che, tutt´oggi, l´artista porta avanti grazie alle sue collezioni di porcellane. "Negli anni ho realizzato alcuni oggetti per importanti aziende messinesi avendo, comunque, la massima libertà creativa". Un grande fermento artistico contraddistingue gli anni 90´ quando si susseguono freneticamente le mostre: New York, Montreal e Milano. Gli esperimenti e le innovazioni pittoriche diventano fondamentali nell´arte di Wanderlingh. Una pittura introspettiva e dai colori accesi interessa in una prima fase la produzione dell´artista, che negli anni immediatamente successivi, peró, sposta la propria attenzione e ricerca un clima meno forte, meno carico di tensioni. Allora le tonalità piú cariche lasciano spazio a colori decisi ma uniformi dove le linee sono nitide e rendono meno sfocati i volti disegnati. La pittura diventa essenziale e assume contorni piú distesi. E´ il periodo cosiddetto "pop romantico" di cui Wanderlingh è l´ideatore ed il primo a teorizzarlo. "Ne rivendico l´invenzione - ha detto pieno di soddisfazione l´artista -. A spingere in questa strada è stata innanzitutto la voglia di sperimentare e poi la necessità di comunicare i sentimenti dell´anima. La Pop Art americana, quella di Andy Warhol, mi ha ispirato solo nell´uso degli strumenti. La grande spinta è stata quella di cercare di far avvicinare alla pittura quante piú persone fosse possibile. Ho sempre creduto fosse sbagliato quello snobbismo di cui molti artisti sono carichi, l´arte, invece, deve essere immediata. Il messaggio deve arrivare il piú facilmente e velocemente a chi quell´opera la sta osservando. Ecco perchè - continua Wanderlingh - i volti del periodo "pop romantico" manifestano subito lo stato d´animo dell´io interiore, senza l´uso di maschere o di qualsiasi altro artificio". Il passo successivo è il "pop concettuale", come definito dal critico Lucio Barbera, in cui si fa vivo un torno all´arte classica con sculture e quadri iperrealisti. E poi l´ultima grande opera di Wanderlingh, quella che, forse piú di ogni altra, l´ha fatto conoscere a tutti i messinesi; la Fontana Bios. Posta al centro della passeggiata a mare con forza richiama l´attenzione di tutti. "E´ stata realizzata - dice fiero Wanderlingh - grazie alla Gazzetta del Sud che l´ha commissionata. La fontana nasce soprattutto da un´attenta osservazione della natura, vuole essere una forma di rottura tra tutto ció che l´uomo ha creato - il caos delle metropoli - e la naturale bellezza del cosmo. L´acqua come espressione piena della forza della natura in contrasto con l´alienazione delle città". L´ulteriore forza dell´opera, come voluto dall´artista, è nella sua collocazione in un punto che è simbolico del waterfront che Messina vuole riconquistare.

Claudia Giordano
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Ranieri Wanderlingh Pittore Scultore